19.9.13

iTunes Radio, la mia recensione

INSIEME A IOS7 per i vari iApparecchi sono arrivate anche alcune novità collaterali. Non tutte disponibile fin da subito in Italia. Una di queste è iTunes Radio, per adesso riservata solo agli utenti statunitensi e che, per una serie di motivi troppo lunga da riassumere qui, sto provando.

L'idea di iTunes Radio è una evoluzione di quelle già esistenti: avevo visto in passato i francesi di Deezer, c'è poi gli svedesi di Spotify e vari altri che offrono accesso a tutta la loro musica pagando un prezzo mensile, sia in streaming che in versione download (per quando non c'è campo) con pacchetti base gratuiti in cui c'è anche pubblicità. I modelli cambiano, ovviamente, per rendere le diverse aziende appetibili, ma la sostanza è questa: si paga e si guadagna l'accesso alla musica solo e fino a quando si continua a pagare. Il modello di Apple non è diverso, se non fosse che è più orientato come servizio: si paga poco (24 dollari l'anno con annesso diritto di fare upload della propria musica dai CD, è il cosiddetto MusicMatch) e se non si paga si ascolta tanto lo stesso. Una fonte di reddito indiretta per Apple è data dal fatto che è sempre possibile che gli utenti decidano di acquistare la musica ascoltata, con ovvie economie di scala e cross-selling vari.

Come funziona. Apple ha integrato la funzione musicale della radio all'interno di iTunes sia per iOS che per Mac: la versione 11.1 uscita in contemporanea sul Mac con il lancio di iOS 7 (non so se è così anche per Windows ma presumo di sì, mutata mutatis). Apple non fa scegliere le singole canzoni, ma propone una serie di "radio" già impostate a cui è possibile aggiungere quelle create da noi. Ogni radio e tutta la sua storia ci "segue" sulle differenti apparecchiature Apple (inclusi i Mac e i PC con iTunes, oltre agli apparecchi iOS) su cui siamo registrati con il nostro account.

Se decidiamo di "fare" la nostra radio possiamo pescare direttamente tra i generi predisposti e poi selezionare un sottogenere ("Musica Classica" e poi "Bach e Barocco", per dire) oppure cominciare noi stessi a dare i "nomi". Per esempio, per quando lavoro me ne sono creata una partendo dal nome di un artista, Dean Martin, al quale poi ho aggiunto Frank Sinatra, The Andrews Sisters e Bing Cosby. Si setta un parametro a tre stadi (più hit, più varietà, più esplorazione) e poi si lascia andare. Si può anche chiedere di non suonare più una determinata canzone, si può mettere una stella a una che ci piace, e via dicendo.

In un'oretta sono uscite, andando in ordine inverso (dalla più recente indietro): Étoile des neiges di Line Renaud, Love Me Tender di Elvis Presley, Winter Weather (versione dal 78 giri) di Benny Goodman, I'm Beginning to See the Light di Count Basie ed Ella Fitzgerald, Love's Be Good to Me di Frank Sinatra, Silver Bell di Kate Smith, Snowbound di Sarah Vaughan, Summer Wind di Michael Bublé, I've Got My Love to Keep Me Warm di Les Brown, Warm December di Julie London, I've Got My Love to Keep Me Warm di Doris Day, Baby It's Cold Outside di Johnny Mercer, Silver Bell di Kate Smith, Winter Wonderland di Johnny Mercer, People di Barbra Straisand, Happy Holliday di Bing Cosby, Rum and Coca-Cola delle Andrews Sisters, Moon River di Andy Williams, You're Nobody 'Till Somebody Loves You di Dean Martin, The Way You Look Tonight di Frank Sinatra, Call Me Irresponsible sempre di Frank Sinatra, e la prima, un'edizione pregevole di That's Amore di Dean Martin.

Le stesse cose possono accadere in diecimila altri contesti e sulla base di una serie piuttosto ampia di indicazioni. Man mano che si ascoltano le canzoni, si può chiedere al buon iTunes Radio di suonarne di più come una in particolare che piace (oppure meno di quel tipo). La stazione si può costruire attorno a un artista o attorno a una singola stazione. La cosa interessante è che aiuta a "scoprire musica" senza che emerga un senso di spossamento (troppa musica, non so cosa scegliere) o all'opposto la sensazione del deja-vu costante che si prova ascoltando le radio commerciali piuttosto limitate come serie di canzoni che vengono messe in rotazione.

Non so se sarà una rivoluzione epocale, ma secondo me è uno di quei servizi che si fanno utilizzare alla grande: ci sta che aiuti a far vendere più canzoni ad Apple, che gli spot (ne ho sentiti tre finora, tutti di Apple stessa, brevissimi e piuttosto sobri) siano un ulteriore meccanismo di finanziamento del servizio che in realtà è una perdita economica per Apple: infatti le major discografiche si fanno pagare le canzoni che vengono trasmesse e sentite da ciascun ascoltatore. Ci sta. E ci sta anche che diventi un ottima forma di "base musicale" per le mie giornate di lavoro davanti al computer.

E non solo quelle: il fatto che sia possibile "portarsi dietro" le stazioni radio su iPad e iPhone (oppure crearle direttamente sugli iApparecchi) offre una marcia in più al servizio, che non è piagato dalle eccessive limitazioni degli altri e può fare di conto su una delle library migliori non solo come scelta ma anche come qualità fra tutte quelle presenti sul mercato. Oppure utilizzarle anche sulla Apple TV.

Posso cominciare a pensare che in questa maniera cambi il mio rapporto con la musica. Che è sempre stato un rapporto piuttosto particolare: mi piace comprare i CD e lo faccio in quantità moderata. Cerco cioè di non "ingozzarmi". Vi ricordate di Napster? Secondo me ha "bruciato"una generazione di ascoltatori, sommergendoli con qualche milione di ore di audio mai ascoltato e soprattutto mai amato con la giusta passione: un album o una canzone si conquistano poco a poco, come un film o un libro. Non tutti - e sicuramente non io - hanno la voglia e la resistenza ad esempio di un critico cinematografico che va a un festival e in una settimana si vede quasi quaranta film. Si può fare, ma solo per lavoro o per ossessione, non certo per piacere (almeno, non io e non la maggior parte della gente normale, penso).

Ecco, se ho cercato di resistere all'onda di piena degli anni passati, anche a quella della musica "liquida" e digitale, che costa meno e rischia di portarti a comprare bulimicamente troppa musica, non pensate però che l'ho fatto smettendo di ascoltarla. Tutt'altro. Ho pazientemente convertito la mia collezione di CD in formato loseless (ALAC, per la precisione) e l'ho ascoltata in casa sia dal computer che sugli iApparecchi che via streaming prima sulla Apple TV e attualmente è residente sul Mac mini, entrambi per scelta in soggiorno collegati alla televisione e soprattutto al mio "vecchio" stereo.

Le radio (in streaming e non) ci sono sempre state e io, che passo anche un sacco di tempo con la mia Model One di Tivoli Audio accesa oppure con TuneIn Radio per iOS (un ottimo aggregatore di radio di tutto il pianeta), adesso ho deciso di integrare nella mia dieta audio anche iTunes Radio. Apple dice che, al di là degli algoritmi che aggregano le canzoni che possono essere avvicinate ai miei gusti, c'è il lavoro di 250 DJ che hanno selezionato, campionato, aggregato tonnellate di musica. Boh, non lo so. Per adesso quel che sta uscendo fuori da questa prima stazione "Dean Martin" è più che buono. Poi con il tempo vedremo se anche quella "Vivaldi-Christopher Hogwood-Neville Marriner" mi darà le stesse soddisfazioni.

I comandi sono molto semplici e intuitivi, i settaggi da fare minimi, la tentazione di comprare le singole canzoni molto forte (ma resisto). Poi vedremo come funziona per le serate a cena con gli amici, per i pomeriggio di domenica quando fuori piove e in casa si leggono i giornali con il té caldo in soggiorno, i piedi ben al caldo nel divano, e per gli altri momenti simili.

Si possono anche creare e modificare stazioni con l'aiuto di Siri, e poi si possono condividere con gli amici e conoscenti usando anche AirDrop. Vedremo, la cosa è bella e densa di interessanti promesse. Speriamo arrivi presto in Italia...

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