23.2.14

So I'm on the bubble?

DOMENICA A LAS Vegas, arrivato con Doonesbury di Garry B. Trudeau al seguito. Sennò, che piacere è?


20.2.14

Monocle e l'Italia: siamo stranini

È APPENA USCITO il nuovo numero (#71) di Monocle, la rivista mensile in inglese creata da Tyler Brule esattamente sette anni fa (urka!). È dedicato quasi integralmente all'Italia. È un viaggio fantastico ed educativo nella mente degli altri quando guardano e pensano a noi.

Siamo messi meno peggio di quel che sembra, ma non siamo del tutto "giusti". All'occhio dello straniero siamo un po' stranini, per così dire.

Sembriamo una vecchia coppia in pensione, sulla settantina, con una storia fantastica dietro le spalle (che il 97,5% degli altri paesi vorrebbe ma non ha), che non si sa come ma riesce a tenere la casa ordinata e a fare feste incredibili. Una grande bellezza, insomma. Non da buttare ma assolutamente disfunzionale. Siamo stranini


19.2.14

16.2.14

We turned the city into a parking lot.

DOMENICA CON DOONESBURY di Garry B. Trudeau. Come al solito. Storie di veterani, questa volta.


12.2.14

The Bottled Walkman

SONY HA MESSO in vendita la nuova versione del suo Walkman impermeabile. Lo vende nei distributori immerso in una bottiglia piena d'acqua. Fico.

10.2.14

Broken Sword 5 - the making of (e Kickstarter)

NEL CASO NON lo sapeste, hanno preparato il terzo capitolo di Broken Sword, uno dei più bei franchising di giochi di avventura 2d. Non è l'unico (fantastico anche Secret Files: Il Mistero di Tunguska). Non sono giochi per tutti, richiedono pazienza e voglia di interagire con un mistero e numerosi puzzle. Ma hanno una storia molto forte, niente pubblicità, un acquisto in-app (la seconda e ultima parte, che ancora non è pronta).

I primi due titoli sono degli anni Novanta, hanno visto il porting su iOS e c'è stata una notevole riscoperta del genere, grazie alla distribuzione diretta che ha permesso al team di Revlution di realizzare sia una versione "remastered" del primo che un "director's cut" del secondo) La ripartenza avviene adesso con il quinto capitolo (nel mezzo due episodi 3D nient'affatto interessanti) perché adesso, oltre alla distribuzione diretta con App Store, c'è il mondo del finanziamento diretto con Kickstarter, che permette ai produttori di realizzare il gioco davvero senza bisogno di un editore e quindi senza limitazioni creative.

Questo non vuol dire che sia una cosa semplice o che ci voglia poco tempo, e infatti c'è stato bisogno di una notevole campagna, mesi di lavoro, un team creativo enorme. Però ce l'hanno fatta.

Qui il trailer.



Broken Sword è un adventure 2d "old style": tanta storia, tanti puzzle, solo in inglese con sotottotitoli in italiano. Sarà giocabile sia su Mac e Pc oltre che su iOS. Vale la pena.

9.2.14

But you never know!

DOMENICA DI GARRY B. Trudeau con il suo Doonesbury e Beyonce...


3.2.14

1.24.14 [aggiornato]

IL NUOVO SPOT di Apple, girato tutto in un giorno, tutto con iPhone, per i 30 anni del Mac.



E qui c'è il "making of". La cosa divertente è che la regia è di Jake Scott, il figlio di Ridley Scott che aveva girato a suo tempo "1984", lo spot/teaser del 22 gennaio 1984 trasmesso una volta sola durante il Super Bowl che annunciava il lancio del Macintosh due giorni dopo, il successivo 24 gennaio.



Lo spot è stato girato tutto in un giorno lo stesso giorno (il 24 gennaio, appunto) in quindici diverse location tra le quali: Seattle, Aspen, Maryland, Brookhaven, Puerto Rico, Botswana, Londra, Lione, Parigi, Amsterdam, Shanghai, Tokyo, Melbourne e la nostra Pompei. Ci sono 70 ore di girato realizzato con 100 iPhone 5s che sono state distillate in uno spot di un minuto. Qui la pagina dove viene spiegato nel dettaglio come è stato fatto.

Hanno usato gli iPhone 5s per il video, gli iPad Air e altri 5 per FaceTime con la "sala di controllo" (in questo modo il regista è riuscito ad essere "on location" di tutte le riprese, e hanno usato WiFi, satellite o GSM/UMTS/LTE per la trasmissione video e audio) e un sacco di apparecchiature esterne.

Queste ultime protesi sono interessanti: dolly, bracci, leve, aste, staffe, supporti: l'iPhone alle volte è in mano al cameraman, altre volte scompare dentro una gabbia di oggetti, altre volte ancora è sospeso lontano, parecchio lontano. Né più né meno come si fa a livello professionale, dove il corpo macchina viene installato sulle protesi che servono e usato a seconda delle bisogne. La conclusione è che l'iPhone 5s è un gran telefono anche per fare foto e girare video HD. Per dire.

Money quote: This film doesn’t just document the power now in everyone’s hands — it demonstrates it. Every frame was shot with an iPhone, using the same camera millions of people around the world shoot with every day.

La costante ricerca di innovazione e la cura dei dettagli da parte di Apple è pazzesca, ed è alla base del DNA di quell'azienda. Con effetti, come dice l'ultimo periodo del paragrafo qui sotto, che vanno oltre i confini dell'azienda stessa.

Money quote: In order to direct 15 separate locations filming in a single day, Jake Scott transformed a sound stage in Los Angeles into a command center. He equipped it with an arsenal of Apple products including iMac, Mac Pro, and iPad, along with large projection displays positioned around the room. From there he was able to watch every scene as it was shot, and direct all the action remotely via FaceTime. Many involved in the production believe this innovative approach to a multilocation shoot will be adopted by other filmmakers.

L'America prima del Codice

C'È STATO UN periodo negli Stati Uniti che Hollywood era tutt'altro che moralista e buonacciona. Anzi. Era parecchio pruriginosa. Simile in qualche modo al mondo del vaudeville e del teatro popolare, dove cosce, tette e cose del genere abbondavano. Greta Garbo e Hedy Lamarr a Berlino erano nude, seno al vento, e anche a Los Angeles non si scherzava: Maureen O'Sullivan mostrava parecchio in Tarzan del 1934 (in acqua però nuova il suo "body doubler", l'olimpionica di nuovo Josephine McKim, ma più come stunt-woman che come modo per proteggere le vergogna dell'attrice) accanto al mitico Johnny Weismuller, olimpionico mostruoso di nuovo, finto americano e poi Tarzan (e Jungle Joe) per una vita.


Poi arriva il Codice Hays, cioè il Motion Picture Production Code, insieme di regole guida per quel che si può far vedere e quel che no, preparato dal capo della censura di Hollywood Will H. Hayes. Pensato nel 1930, adottato a partire dal 1934, è stato abbandonato nel 1968. Nel frattempo, prima che l'America bacchettona e puritana avesse la meglio, si intravedono e grazie di tante attrici come forse non capiterà mai più. E tutte si riciclano. Una per tutte: Barbara Stanwyck (al secolo Ruby Catherine Stevens) di cui riparleremo un'altra volta.

Godetevi questo bagno osée (e all'epoca alquanto scandaloso: come 9 settimane e mezzo, per intendersi) di Tarzan e Jane, nel frattempo, preso da Tarzan and His Mate, il secondo film con Weismuller del 1934.

Best of web #4

CE NE SONO altri tre prima. Ma questo può bastare...

2.2.14

I have a dream...

DOMENICA INVERNALE, INIZIA febbraio, ecco sempre Garry B. Trudeau con il suo Doonesbury e le coltivazioni biologiche.