Il primo è di Ryan Holiday e si chiama CREDIMI! Sono un bugiardo - confessioni di un manipolatore di media. Titolo alla Lina Wertmüller. Un libro particolare, che per me ha un ulteriore punto di nota: lo tenevo da quasi due anni nella mia lista di libri da comprare su Amazon, nella versione in inglese. Aveva fatto un po’ di rumore quando era uscito, perché Holiday è un personaggio abbastanza particolare. Ha meno di trent’anni (è del 1987), droput dal liceo, è venuto su con la scuola della strada, per così dire, imparando sul campo come si fa a fare marketing e comunicazione in maniera piuttosto aggressiva. Da quando ha 21 anni è direttore marketing di American Apparel (che adesso ha un po’ di problemi) e ha praticamente fatto da uomo marketing e forse anche da negro per una dozzina di autori piuttosto quotati, tra scrittori già noti e sportivi (che però non vengono identificati). Scrive un po’ dappertutto (AdAge, The New York Times, Gawker e Fast Company) ed è decisamente uno dei personaggi a pelle meno simpatici tra i giovani rampanti del web che mi sia capitato di incrociare da lungo tempo: per dire in Italia i nostri aspiranti prezzemolini/enfant prodige in confronto sono dei poveracci. Comunque, dopo tanta attesa nella mia wishlist ho trovato il primo libro di Holiday (nel frattempo ne ha scritti altri due) sugli scaffali virtuali di Hoepli e l’ho fatto mio.
CREDIMI! mantiene le promesse e anche più: lo scopo era quello di spiegare in maniera piuttosto esplicita come sia facile manipolare i media digitali. Forse anche più che non manipolare quelli tradizionali. Una volta bastava farsi amico il giornalista e offrirgli dei whiskey in qualche sudicia bettola per conquistare “autorevolezza” presso la stampa. Scorretto ma tutto sommato anche romantico. Nel mondo di Google e dei grandi siti di infotainment (molti dei quali hanno appendici anche italiane quindi evitiamo di nominarli) è ancora più facile anche se meno romantico. Volendo, CREDIMI! è una lunga lista di exploits ai danni del sistema informativo digitale, hackeraggi sociali di buon livello. Vale la pena, se non altro come fonte di documentazione: c’è sempre qualcosa da imparare. Sono 18 euro per 288 pagine.
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Sugli ampi bordi delle pagine stampate, però, ci sono glosse scritte a penna da due calligrafie diverse. Si tratta di due studenti, Eric e Jen, anche loro personaggi della storia di Abrams e Dorst. La loro vicenda, e quella del professore che ha rubato le ricerche su Straka di Eric, si intrecciano con quella del misterioso autore. Le pagine del libro sono ingiallite, le note sembrano effettivamente scritte a mano, il libro poi è pieno di “oggetti”: cartoline, foglietti, pagine di fogli protocollo con appunti, mappe, che i due studenti si scambiano assieme al libro, aggiungendo appunti e promemoria per confermare le scoperte che fanno sulla vera identità di Straka e sul significato del libro stesso. Insomma, è una bella storia "meta" di fantasia, che utilizza anche il medium cartaceo per raccontare parte degli avvenimenti. Sia Abrams che Dorst hanno detto in interviste sul libro che “il punto di tutta la vicenda è avere in mano l’oggetto fisico”. Un piccolo libro di culto, che vi consiglio se siete sciolti con l’inglese, oppure aspettate la traduzione di qualche nostro editore di buona volontà.
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