LA REGIA QUESTA volta è di Noam Murro, che ha fatto due film in tutto (l’altro è Smart People) ma è psicotico bello duro e se possibile ancora più essenziale di Zack Snyder (il regista del primo 300 nel 2007). Corpi seminudi, un quantitativo di culturisti visti raramente tutti assieme, anche una spruzzatina di sesso, per ingentilire le cose (si fa per dire), e una scelta dei pantoni da paura. Tradotto: colori tiratissimi, immagini meno cupe e forse meno potenti del primo 300, ma altrettanto convincenti, se piace il genere.
Attori inquietanti: Eva Green (Artemisia) è al massimo e ha quel qualcosa di malato che... beh, che ci sta tutto; Sullivan Stapleton (Temistocle) è bello gonfio e peloso ma non è Gerard Butler (Leonida del precedente film), la povera Lena Headey (la regina Gorgo) ormai è schiacciata dal suo ruolo in Game of Thrones e non funziona più da nessun'altra parte (ti aspetti sempre che si rattristi e cominci a insultare il fratello nano), mentre Serse è quel fenomenale personaggio alieno (nella versione pelata) dell'attore brasiliano Rodrigo Santoro, ex divo delle telenovelas, che fa tanto Stargate (il film del 1994, intendo).
Tratto dall'opera fumettara Xerses di Frank Miller e della moglie, Lynn Varley (che fa anche la colorista), è ancora più acido in molti suoi passaggi del fumetto e si muove attraverso l’arco di tempo del primo film: alcune cose accadono prima, altre durante e altre dopo. Strano. Tanto che questo tipo di film a hollywood pare li chiamino “Midquel”, per dare l'idea che non sono dopo (sequel) ma neanche prima (prequel). Pensa te.
La pellicola regge bene la sua ora e mezza ma non ha la carica distruttiva del primo film, oltre a far rischiare la bocciatura a chi volesse studiare la storia degli antichi greci: Temistocle non ha ucciso Dario, Artemisia non è morta a Salamina, la battaglia navale fu vinta grazie alla strategia di Temistocle e non all’arrivo degli spartani, che comunque erano quattro gatti e non somigliavano ai navy seals di Frank Miller o ai mirmidoni di Brad Pitt). E varie altre cose. Però è uno di quei film che dal punto di vista visivo va guardato. La firma di Murro sono gli spruzzi densi e quasi neri di sangue durante le tagliate mortali di spada: bravo che non li fa sembrare tutti ninja o fratelli del gladiatore.
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