LO DEFINIREI UN periodo intenso per molti versi, incluse ovviamente le letture. Cominciamo subito con il pezzo forte. Se c’è un articolo da leggere, è questo: i motivi per cui Internet è quella che è e deve restare così (The First 100 Years of Web Design). Ottima lettura, in futuro tornerò a saccheggiare la piccola riserva di talk di Maciej Cegłowski. Non lo conoscevo ma è molto interessante.
Anche Robert McCrum ignoravo chi fosse. A quanto pare invece è un personaggio interessante anche nella vita privata, oltre che condirettore dell’Observer (che è il supplemento strtimanale del Guardian). L’uomo, che è un giornalista culturale specializzato a quanto pare in letteratura, ci ha ponzato per un paio d’anni e poi ha partorito una lista dei 100 romanzi fondamentali in lingua inglese. Non so se qualcuno gliela avesse chiesta o se sia stata una idea sua, magari per invidia dei Canoni occidentali altrui. In ogni caso, interessante, ma anche molto poco attuale (The 100 best novels written in English: the full list).
Dovessi andare in analisi, dovrei portarmi dietro questo ritaglio dell’Economist: come spiegare altrimenti che la metà delle mie sindromi vengono direttamente dalla mia vita da precario di lusso ad alta quota? Quindici anni di voli transatlantici e intercontinentali hanno lasciato il segno (Frequent flyers - The sad, sick life of the business traveller). Peraltro, a saperlo prima che c’era un limite annuale alle radiazioni in alta quota a cui ci si può esporre…
Parliamo di cose serie: la traiettoria dell’iPad potrebbe essere parecchio diversa da come ce la siamo raccontata finora. Il problema, se cerchiamo di analizzare i dati con attenzione, è che l’oggetto è schiacciato tra usi diversi e “avversari” diversi, come i phablet (vedi alla voce iPhone 6 Plus) e ultrabook sempre più autonomi, performanti e leggeri (dicesi: MacBook e MacBook Air). Come fare? Creare un nuovo top di gamma, più grande e specializzato per settori particolari, da cui l’alleanza con Ibm. Pezzo notevole, che ovviamente dice molto di più. (Finding iPad’s future). Qualcosa di cui si era già detto molto e molto bene, peraltro. (Thoughts on iPad)
Un po’ di “scienza facile” da leggere, meglio se non altro delle cose beote che si scrivono di solito da noi: gli scienziati hanno trovato i tubi di scarico del cervello e questo cambia tutto, anche la storia delle malattie autoimmuni (Scientists find the brain’s missing ‘pipes’). Invece, una ricerca interessante sul marketing mail, la strada alternativa alle possibili evoluzioni del giornalismo in rete: profilazione e push fino in casella. Salta fuori che le mail più efficaci (leggi, cliccate), sono quelle con l’oggetto di una parola sola. Lo dicono i professionisti di Mailchimp (Subject Line Data: Choose Your Words Wisely). LaCie ha deciso di chiudere il suo servizio di backup e archiviazione nel cloud, Wuala, probabilmente perché non guadagnava. Indicata come alternativa la piccola startup svizzera Tresorit, che rifà la storia di questo settore e spiega perché Wuala era davvero figa. (Farewell, Wuala! Pioneering secure storage shuts down, recommends Tresorit).
Wired USA racconta con la solita enfasi da storytelling digitale di Slack e dell’avanzata dei bot: l’idea è che gli agenti intelligenti tra pochi anni faranno fuori un sacco di lavori (compreso il mio) e forse la loro avanzata è cominciata sui servizi di collaborazione. (Slack Is Overrun With Bots. Friendly, Wonderful Bots). Una nota da quelli di Cultured Code, che poi sono gli autori di Things, il più potente strumento per l’organizzazione delle cose da fare che io conosca: aggiornato e potenziato il motore cloud sottostante, “Nimbus”. È molto interessante il lavoro che stanno facendo e vedere come lo fanno. (Things Cloud “Nimbus” Released).
A proposito di vedere, in questo video del TED il data visualization researcher Manuel Lima fa una introduzione al passaggio dai sistemi di rappresentazione della conoscenza in modo gerarchico a quelli basati sulla rete. Pomposamente chiamato A visual history of human knowledge. Altro video da Youtube ma tutto aeronautico: la storia del Concorde by British Airways. Bello da piangere. (Thank you for 27 supersonic years)
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