NEI SEMPRE PIÙ frequenti momenti in cui la nevrosi mi consuma e non ne posso più dei social media (e detto da uno che ha aperto un canale su Telegram indica come la nevrosi sia ormai patologica) c’è un social media che spicca per il fastidio che mi genera. È Linkedin.
Non sopporto il modo in cui cerca truffaldinamente di appropriarsi della tua email, dei tuoi contatti, delle tue relazioni. Il modo in cui gestisce *al posto tuo* le relazioni mi manda in bestia (tu pensi di fare una sorta di “Like” a gente che ha anniversari lavorativi e lui manda frasi intere come se stessi cominciando una conversazione). Se c’è un social media di cui comincerei volentieri a fare a meno è questo. Soprattutto adesso che pare che i dati sensibili di 117 milioni di persone (le password, soprattutto, che spesso sono riciclate dagli utenti per più funzionalità), dal 2012 sono sul mercato del dark web.
Come possibile soluzione: andate nei settaggi della privacy, cambiate la password e attivate l’autenticazione a due fattori (che manderà messaggi sms al vostro telefono con un codice da inserire ogni volta che vi autenticate per la prima volta su un nuovo computer).
2.6.16
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