5.6.03

Quella certa Maddalena

OGGI, AL VOLO tra una cosa e l'altra, ho scaricato un gioco per l'emulatore del Game Boy Advance: Sonic Pinball Party. Provato al volo prima di archiviarlo (ho un'ampia collezione di questi giochilli, pi� per hobby che per altro), sono stato invaso da un'intensa, proustiana sensazione. Anche felliniana, se vogliamo: armarcord, come si dice in riminese.



Mi ha ricordato il vecchio Sonic Nights, gioco leggero ma al tempo stesso fondamentale nella mia formazione (si pu� dire dei libri, dei dischi, dei film, perch� non anche dei videogiochi?) quando lo comprai - mi sono ricordato all'improvviso con spaventosa lucidit� - una sera di inverno dal Calamai Teckno in centro a Firenze dove tutt'ora mi reco in pellegrinaggio di quando in quando.



La musica, la grafica colorata, il suo pad speciale, fatto apposta, una specie di status symbol per noi sfigati possessori di un Saturn, prodotto dalla SeGa (ora travolta e diventata solo software house). Che bei momenti, svaccato ai piedi del letto nella mia cameretta da studente universitario, cullato nelle sicurezze del parquet caldo della casa dei miei, a devastarmi per interi pomeriggi con i videogiochi. Tardiva scoperta della mia lunga adolescenza mentale universitaria.



Quelle scatole con dentro il cd del videogioco sapevano di Natale, di festa, di divertimento, di soddisfazione, di un'altro mondo scoperto quasi per caso (da bambino avevo il computer ma non mi piaceva giocare, tre anni fa ho scritto la mia tesi di specializzazione post laurea sui videogiochi come new media, oggi lo insegno), di frutti di una stagione della vita non particolarmente felice se non per l'incredibile sensazione data dal viverla, momento per momento, come una stagione fortunata. Qui mi fermo, perch� temo che potrei continuare per ore.


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