LA PRIMA LINEA � un concetto serio, di solito associato a lutti e drammi. Per�, come ricordava il saggio Nick Carter, c'� anche a chi per annegare basta un bicchier d'acqua. Ognuno ha la sua prima linea, quindi, e ognuno combatte la sua battaglia con la sorte avversa. Ma, pi� passa il tempo e pi� penso che si dovrebbe meglio dire "contro la societ� avversa". Soprattutto questo Natale (festa consumistica inventata da Coca Cola e grandi magazzini per vendere di pi�, ricordo a me stesso prima che agli altri che la festa centrale per la cristianit� � pur sempre la Pasqua), che pare peggiore di tanti altri.
Purtuttavia, a Natale siccome tutti pi� o meno se ne vanno, anche chi lavora al di sotto della soglia della povert� nel terziario decomposto ha la possibilit� di tirare il fiato. Un pochino. Cosa c'� di nuovo? Pranzi e cene a go-go. Tanti volti che si ritrovano con mille imbarazzi una volta di pi�, e tutto deve sembrare speciale. Voglia di evadere che evade da sola, perch� il corpo non pu� seguire. Piccole cose che si sommano.
Non pensiamo solo ai poveri e agli sfortunati, ma anche a quanto sia triste questo Natale per tutti quelli che vanno in "saldo forzato" per non chiudere o proprio perch� chiudono. A quelli che si arrabattano e sono all'improvviso diventati pi� poveri dei loro padri, soffrendo perch� non possono rendere il Natale felice per i proprio figli tanto quanto ricordano fossero felici i loro, di Natali. Insomma, cacchio, � un Vietnam l� fuori. E quelli che stanno meglio non siano tanto felici del loro privilegio: secondo me ce ne sar� per tutti. O in questa o nella prossima di vita.
Amen, fratelli.
19.12.03
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