20.6.04

Il signor G

RINGRAZIO WITTGENSTEIN PER la citazione, sempre ben accetta. Ricambio cercando di dare una riposta - nei limiti delle mie capacita' - a un quesito che solleva nel post intitolato Il punto G.

Il tema e' quello della posta di Google, Gmail, di cui si e' fatto un gran parlare. Luca si chiede: e perche' mai tanta confusione? Beh, ci sono un paio di motivi. Il primo e' che un Gigabyte di spazio online per la posta non viene offerto neanche dai servizi a pagamento. Gia' questo ha colpito abbastanza la fantasia della gente. Pensa: tenere tutto su Internet... Vecchie mail, documenti che ci spediamo da soli per esempio in ufficio per poterli recuperare a casa e viceversa, etc.

C'e' stata una preoccupazione, secondo me un po' strumentale, legata alla privacy. Google offre il servizio a patto che gli utenti accettino di farsi profilare. Nel senso che la posta in arrivo (e non quella in uscita, quindi nessun problema per gli amici di penna degli utilizzatori del servizio) viene scansionata automaticamente non solo dagli antivirus e dagli antispam, ma anche da un motorino che consente di associare un paio di pubblicità mirate. A lato. Esattamente come accade a chi usa Google per fare delle ricerche.

A me questa cosa non ha scandalizzato più di tanto, francamente. Ma ha fatto tremare molti, pensando che la posta veniva "guardata", seppur dagli occhi di un programma e non di un uomo. Io aggiungo un particolare: la posta elettronica - a differenza di quanto accade per quella normale - non e' sigillata da nessun involucro virtuale. Non ci vuole molto per "ripescarla" dai server su cui passa, se proprio si vuol violare la privacy di qualcuno. Gli Stati Uniti, per esempio, lo fanno sistematicamente. Sia con Echelon (spionaggio per la sicurezza nazionale e anche un po' a favore delle industrie locali) che con Carnivore, un sistema sviluppato dall'Fbi e "imposto" a vari provider americani.

Ma quello che ha colpito di più la fantasia dei media a proposito di Gmail è stata la lotta in corso tra Google - che si sta quotando in Borsa proprio adesso e promette scintille nel mercato azionario come non se ne vedevano dai tempi di Netscape e Red Hat - e i suoi due avversari naturali: Microsoft (con Hotmail) e Yahoo!

Tutti e tre stanno cominciando a schierare una serie di servizi molto simili e non più complementari: posta elettronica, motore di ricerca, etc. Questo vuol dire che la fonte degli introiti, cioe' la pubblicita', puo' spostarsi senza preavviso, nel momento in cui gli investitori dovessero trovare "indifferente" parcheggiarla sul primo piuttosto che sugli altri due. Da qui le preoccupazioni.

In più, Microsoft presenta anche qualche preoccupazione futuribile ulteriore: che fare se questa Google cresce troppo e comincia ad invadere spazi non suoi? Se realizza un motorino di ricerca software da inserire nel sistema operativo di Redmond, per esempio. Oppure se propone servizi alternativi a quelli che - soprattutto negli Stati Uniti - Microsoft offre ai suoi utenti di Msn? C'è aria di scontro frontale, e i mezzi di comunicazione ci si buttano sopra con una certa energia. Ecco, secondo me questo bolle in pentola... Soddisfatto della risposta? Come diceva Groucho Marx, adesso vai a cercare un bambino di sei anni per fartela spiegare? :-)

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