9.12.04

In Cina facendo orecchie da mercanti

DI QUESTO DIBATTITO sulla Cina, su Ciampi, sulle armi, sull'euforia dei nostri politici e confondustriali e sulla devastata situazione dei diritti umani in quel paese, si sottovaluta secondo me un passaggio, simile a quello relativo alla produzione di mine anti-uomo in Liguria o di pistole automatiche nel bresciano.

Quando sono andato a Pechino, un annetto fa, stupiva la folla di europei, di marchi, di aziende, di macchine, di telefonini, di joint venture e di business provenienti dall'Europa e dagli Usa. Una corsa contro il tempo, contro gli amici-nemici degli altri paesi Occidentali, a chi per primo mette la zampina (in realtà siamo alla quindicesima zampina) dentro quello che tra dieci anni sarà il più grande mercato economico del mondo. La folla sono i managear d'impresa, i generali sono i consigli d'amministrazione delle grandi (grandissime aziende), gli eroi omerici - ma oggi diremmo i testimonial sono i capi di stato di turno.

Ecco, questo secondo me si sottovaluta: il machiavellismo, la realpolitik. I radicali protestano, gli altri invece fanno orecchie da mercanti. E mai come questa volta l'espressione è azzeccata: curiamo il business e dei diritti umani lasciamo che siano Adam Smith e la sua mano invisibile ad occuparsene...


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