26.12.04

Rimorsi e sofferenze

PUR AVENDO PRESO più aerei in questi ultimi anni di quanti se ne ritengano possibili senza lavorare come stewart per una compagnia, il fatto che segue non mi emoziona. Non è il tipico senso di disagio di chi si sposta per lavoro contro i "soliti vacanzieri". Giuro.

Però la retorica televisiva post-natalizia di una disgrazia che coinvolge aree povere, molto povere e poverissime più qualche ritrovo per "bianchi del primo mondo", tra i quali incidentalmente molti nostri connazionali intervistati in trepida attesa all'aeroporto di Malpensa ("Ho chiamato in albergo, tutto a posto: avevano la pista allagata, ora la stanno pulendo poi partiamo da qui") e anche illustri colleghi (Lamberto Sposini: "un'onda bassa, di un paio di metri, ma qui tutte le isole sono completamente piatte. Comunque bisogna sottolineare che non è successo assolutamente nulla [nell'isoletta delle Maldive dove mi trovo io, n.d.r.]"), ecco questa retorica televisiva post-natalizia è veramente schifosa.

In quel pezzo di mondo ci sono alcuni dei più disperati paradisi terrestri: orde di persone povere, con culture lontane milioni di anni luce dalla nostra e dagli stereotipi che abbiamo sul "buon selvaggio", situazioni di crisi e malattia quotidiana, prostutizione per spezzettare e ripartire la torta del turismo e via dicendo: un inferno a cielo aperto. In più, gli piomba sul collo anche il terremoto, con scosse tali da risvegliare il quasi agonizzante Papa e fargli gridare "Aiutateli!". E noi ci preoccupiamo dei nostri 300mila italiani (TRECENTOMILA! ma ci pensate? Ma che diavolo ci vanno a fare?) che ogni anno passano da lì, i quattromila o quanti sono che adesso son proprio lì a passare "nove-dieci giorni a millecento euro tutto compreso"?

A parte che con mille e cento euro dieci giorni non li passi neanche a Lido di Camaiore, se non hai già la casa tua, vorrei modificare il rantolo iniziale: ce l'ho proprio con i vacanzieri nostrani. Un po' per invidia, un po' per puro disprezzo. Basta interviste a famiglie in procinto di andare alle Maldive preoccupate che l'albergo ci sia ancora. Cazzo, cos'avete dentro il petto? Un navigatore Gps? Dei cingoli per fare fuoristrada? Un giubbotto in goratex della Gap?

3 commenti:

EmmeBi ha detto...

Aeroporto di Malpena, detto da te, fa piuttosto ridere.

Antonio ha detto...

Visto e corretto il malvagio typo. Grazie al mio attento revisore! Segnalo solo che un annetto fa il direttore dell'aeroporto di Melbourne, a latere di una intervista, dopo che gli avevo detto che vivo a Milano, mi ha risposto di getto con un buffo accento inglese: "Milano? Ah: Malpensata. You know? Malpensa, Malpensata, it's a joke, in Italian... eh eh eh"

Forse anche Malpena potrebbe essere aggiunta alla collezione. Se non altro Freud sarebbe d'accordo...

Anonimo ha detto...

suvvia.... sono i medesimi che appena intervistati all'aereoporto dicevano di aver parlato coi tour operator che gli avrebbero detto " se non partite perderete i soldi del viaggio"
l'amianto fodera parecchi stomaci.
in fondo si parla di soldi.
quella roba che non puzza e che fa girare il mondo.
purtroppo.

pm10.