31.1.05

Ehi, da noi in tivù (non) c'è Desperate Housewives...

PARAGONATE ALLE RAGAZZE di Sex and the City (persino!), le quattro più tre protagoniste di Desperate Housewives stanno segnando la misura dell'attuale stagione televisiva statunitense.

Protagoniste di una soap/tv-drama nell'epoca della decadenza dei reality, seguono percorsi narrativi che scandalizzano, divertono e intrigano al tempo stesso. Tanto da generare, nel paesaggio nostrano, un interesse quantomeno singolare: la serie ancora non è stata trasmessa (perlomeno in chiaro, visto che non ho il satellite) nel nostro Paese, eppure se ne parla a profusione, prima come carbonari modaioli adesso senza più quasi pudore alcuno.



La collezione dei quattro personaggi principali è ragguardevole. C'è Susan, la madre single in affidamento alla figlia quindicenne, che è perdutamente innamorata del misterioso idraulico appena arrivato nel vicinato. C'è Lynette, l'ex donna in carriera soffocata dal senso di inadeguatezza nel portare avanti la famiglia composta da un marito dolcemente inetto e da quattro guastatori travestiti da figli. C'è Bree, la perfettissima, plastificata, immarcescibile madre-modello in piena crisi matrimoniale e familiare. C'è infine Gabrielle, l'ex modella sposata al ricco "latino", insoddisfatta di tutto se non del giardiniere diciassettenne che frequenta vanamente corsi di castità prematrimoniale.

Di uomini ce ne sono (mariti e figli), ma spiccano sopra a questo le comprimarie: la defunta Mary Alice, che fa da voce narrante degli episodi e intorno al cui suicidio ruota la storia principale, oppure l'aggressiva agente immobiliare Edie, divorziata seriale. E, infine, l'orrida e meravigliosa Martha Huber. La cui fine è ancora più orrida e meravigliosa, anche quando sarà stata ridotta in cenere.

Si è scritto e detto di tutto e di più, dicevo. Paragonando Desperate Housewives a Sex and the City, tanto per cominciare, e rotolando attraverso quasi tutto quel che ci vuole per dare scintille originali nelle menti dei lettori - oltretutto all'oscuro dell'oggetto di tanto desiderio, quindi un po' come dire impreparati a valutare i paragoni. Si passa da Melrose Place a Via col vento sino al delitto di Cogne (c'è, a quanto pare, anche un infanticidio sullo sfondo), da Anna Karenina a Madame Bovary.

Il senso del telefilm, l'effetto estetico a metà tra Disneyland e The Truman Show, non è raccontabile ma va visto. Però la letteratura puritana americana (da Nathaniel Hawthorne sino al Peyton Place di Grace Metalious) qualcosa ce lo può dire lo stesso. Se è vero che la televisione non è stata più la stessa dopo i giochi a quiz e i reality (nelle varie declinazioni real tv oppure real game tv), l'impatto di Desperate Housewives non è altrettanto devastante. E' una boccata di amara e sarcastica critica sociale, plastificata come l'oggetto stesso che vuol criticare, costruita da sceneggiatori abili nell'intrecciare le regole classiche dello sviluppo della trama.

Manca del tocco maligno e un po' morboso dell'ultima Hbo, il network crittato che ha prodotto i Sopranos, Six Feet Under, Nip/Tuck e Sex and the City. Manca anche di quel senso per l'estetica iper-realistica e quasi "magica" che ormai si trova ovunque la produzione abbia investito soldi negli effetti speciali: da Csi (in tutt'e tre le sue declinazioni) al già citato Nip/Tuck, sino a Smallville, ma non se ne sente la mancanza.

Viene da ridere? Certo, con un umorismo debole ma continuo. Viene da piangere? Relativamente, siamo pur sempre dentro un telefilm, una soap patinata. Viene da scandalizzarsi? No, non in Italia, perlomeno. Siamo stati abituati a pensare tre americhe televisive (il ghetto contro la provincia patinata contro la megalopoli scintillante) e fin qui niente di nuovo. La middle-class che vive nella "suburbia" non ci riguarda e tanto meno la figura della madre-casalinga è, per come viene rappresentata qui, abbastanza lontana. Desperate Housewives è una critica (non eccezionalmente mordente) del sogno delle classi medie statunitensi di famiglia che, nell'ideologia del telefilm, è invece famiglia disfunzionale. Quella famiglia da noi non esiste, né culturalmente né ideologicamente.

Ma le favole, anche quelle un po' nere, portano alcuni valori universali. E quindi, forse, le allegre scorribande della nostra provincia - macchiata indelebilmente dalle caratterizzazioni della seconda commedia all'italiana - possono in qualche modo diventare oggetto di paragone con Desperate Housewives, si sente dire.

Io, per fare un paragone, vi consiglio di pensare a qualcosa che nella nostra tivù non c'è mai stato. Non per mancanza di talenti o di risorse, ma per scarsa fantasia. Pensate a uno qualunque degli sceneggiati per il piccolo schermo degli ultimi dieci anni (Maresciallo Rocca? Don Matteo? Qualunque altro costoso melodramma nostrano vi venga in mente?). Ecco, tutti questi escludeteli. Quel che resta, comincia a somigliare a Desperate Housewives... che prima o poi giungerà anche da noi, verrà come al solito barbaramente maciullato in fase di doppiaggio e adattamento e, a quel punto, sembrerà molto meno acido e crudele di come lo dipingiamo oggi. Per la tivù tragica e crudele basta accomodarsi in poltrona quando arrivano Porta a Porta o Simona Ventura.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Io lo amo da pazzi, e il mio bittorrent non si ferma mai! Come dice un mio amico è un po' "Sex and the city meets Six feet under" anche perché secondo me invece un tocco un po' dark c'è anche qui. E diventa via via più forte di puntata in puntata. Ne ha parlato bene persino il New Yorker. Stasera scarico la nuova puntata. Ma non diciamolo troppo.
Macubu.

Antonio ha detto...

La cosa triste è proprio questa: sia Desperate Housewives che altre mille serie televisive sono fantastici contenuti da scaricare. Gratis. E' vero, si ruba soldi a una industria che vale miliardi - quella dei Dvd delle serie televisive in vendita - che cerca di arrestare i propri potenziali clienti se infrangono la legge del fatturato prossimo venturo. Così come tutti gli apparecchi che cercano di "trattenere" i contenuti grazie alla leggerezza dei bit: TiVo (da noi non c'è), cose come MythTV per Linux, Cocoon di Sony (solo in Giappone), Archos in versione tv-media-recorder e altri cento simili.
A questo punto, però, mi resta una sola domanda: ma tu che puntata scarichi? Già la 14ma?

Anonimo ha detto...

Il trucco è scaricare sempre una o due puntate in più: devo vedere la 12 ma scaricherò la 13 e la 14!
;-)

Anonimo ha detto...

ehi!!!!!!!io vado matta per il giardiniere!!!è veramente un bel tipo .. voi cosa ne dite