STANOTTE E' SUCCESSO. Ho sognato (il ricordo si va affievolendo, ma ancora è presente) che dovevo prendere il treno. Che ero nella stazione. Che il treno stava partendo. Che correvo affiancato all'ultima carrozza, lo sportello miracolosamente aperto e dovevo fare quell'ultimo sprint necessario ad agganciarmi con la mano e issarmi sul predellino. Non era poi chiaro, alla fine del sogno, se ce la facevo.
Sono entrato così ufficialmente - doveva succedere, prima o poi - nel mondo adulto di quelli con l'ansia da prestazione. Un club grande quanto il settore impegatizio dei paesi occidentali.
Ho incontrato tantissime persone che sognano così. A Dubai, un pomeriggio, mentre eravamo in coda per prendere il taxi, due manager italiani mi raccontavano che sognavano cose simili. Però loro che sono moderni lo sognavano con gli aerei: decolli lunghissimi con piste come autostrade ma i motori dell'aereo non ce la fanno ad alzare il velivolo. Atterraggi infiniti nella nebbia, con l'aereo che plana su un letto bianco e sotto non sai se c'è la pista o il bosco. Cose così, insomma.
Mi chiedo cosa ci sia dopo. L'infarto?
27.1.05
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