1.3.05

Cronache marziane

NON E' VERO che le città più o meno sono tutte uguali. Las Vegas è la cosa più vicina a un pianeta alieno sul quale sbarcare per qualche giorno di franchigia che abbia mai visto. Sembrano come noi, parlano come noi, mangiano come noi, ma sono decisamente diversi da noi. Le case, i palazzi, i casinò, quelle sottili e impalpabili cose che rendono i posti simili perché abitati da persone più o meno come noi, qui non tornano. Manca qualcosa, o forse c'è qualcosa di troppo.

Il problema del viaggiatore seriale come me, per quanto abbia rallentato il passo negli ultimi mesi causa forza maggiore, è che quando arrivi già pensi che stai per ripartire. E la cosa non va bene, come dicono anche i buddisti: è più importante il percorso della meta. Adesso che sono nel mezzo del percorso, mi guardo intorno e mi chiedo se l'Enterprise mi teletrasporterà via da qui oppure se sarò lasciato a vivere tra i casinò e gli infiniti corridoi di moquette ignifuga a disegni finto-pakistani.

La sala stampa dove sono asserragliato, circondato da una trentina di laptop di Ibm, è alta come una villetta di tre piani. Fa impressione guardare il cornicione decorativo di legno o balza che hanno appiccicato a nove metri di altezza, ancora distante dal soffitto. Sono i materiali edilizi quelli che ti fan capire che sei su un altro pianeta, circondato da alieni umanoidi. Termoregolati in maniera differente da noi: girano sempre in camicia e tengono l'aria condizionata a manetta (i maledetti). E soprattutto, hai la netta sensazione che qualcosa non funzioni nel modo in cui si relazionano con te.

Cammini per qualche miglio tra tunnel, corridoi, stanze affrescate e pavimenti di falsa pietra serena (o forse è vera pietra serena) chiedendoti in quale film o telefilm sei capitato, quando all'improvviso la incroci. Bionda, alta, meno che trentenne, vestita casual, con il cartone pieno di caffé fumante in mano. La guardi - dopotutto se sei italiano che ci puoi fare? - lei alza lo sguardo ceruleo, ti sorride e incrociandoti sussurra un "hello". Hello? Ma come, non te la tiri? Non ti incazzi? Non ti giri? Ma cosa sei, una marziana? Glielo chiderò stasera, quando andiamo a prenderci una cosa da bere al finto barrettino stile New York tutto parquet e legni caldi. L'Enterprise non ripassa da questo pianeta prima di ventiquattr'ore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Antonio, ben tornato!

Ci racconti tante cose, ma non ci hai detto come e' andata con la "Bionda, alta, meno che trentenne, vestita casual, con il cartone pieno di caffé fumante in mano" . :-))
Ci hai privato della cosa piu' interessante di Las Vegas!

Ciao

Fabio