PARTE IL CAMPIONATO di calcio targato Mediaset (un'alluvione da far rimpiangere gli anni precedenti, altro che sinergie di gruppo), nei bar e nelle stazioni di Milano arriva oggi il primo numero del nuovo free press Sports (che non ho capito di chi sia: l'editore è romano e si chiama Smileditoriale Srl, la pubblicità la raccoglie la System del Sole 24 Ore, gli articoli son scritti coi piedi), stano evacuando New Orlenas perché nessuno si era premunito contro tifoni e trombe d'aria (che gli americani siano peggio di noi?) e infine il Corriere riporta due cose interessanti.
La prima, che Apple e la musica online stanno per avere di che discutere, visto anche il crollo delle vendite dei cd. Insomma, le major vogliono rompere il giocattolo? Mi permetto di segnalare questo mio e quest'altro più aggiornati e chiari su questo passaggio della vicenda. In sintesi, le case discografiche non ne fanno una questione di prezzo, ma di dimensioni. Apple non riuscirà mai a scalare, secondo loro, abbastanza da superare la soglia del 2-5% di vendite online rispetto all'intero mercato discografico (che sta franando...). L'obiettivo è il 25%, raggiungibile solo "sbloccando" il monopolio di Apple e aprendo la via a un po' di competizione. Il problema? Che l'iPod funziona solo con iTunes Music Store e prende da solo l'80% del mercato dei lettori digitali...
La seconda viene invece dal filone aeronautico. Polemiche in Italia perché non si vuol rendere pubblica la lista delle compagnie aree bandite nel nostro Paese, mentre l'Unione europea vorrebbe. La Francia lo ha fatto, riporta il Corriere, indicando le "sei terribili" compagnie bandite: Air Koryo (Corea del Nord), Air Saint-Thomas (Stati Uniti), International Air Services (Liberia), Linhas Aereas de Moçambique e la collegata Transairways (Mozambico). La sesta, che prima non era nota, è la Phuket Airlines (Thailandia).
In velocità, perché l'ultimissimo colpo di reni incombe: Air Koryo è la compagnia di bandiera (e l'unica compagnia aerea, se è per questo) della Corea del Nord, non vola fuori dall'Estremo Oriente se non per missioni diplomatiche e raramente serve per i voli turistici interni. Raramente perché in Corea del Nord non c'è turismo... Air Saint-Thomas è talmente piccola che non c'è: su Internet non se ne trova traccia a cercarla col lumicino. In Europa non risulta poi essere mai pervenuta. International Air Services non esiste, perlomeno non con questa dizione. Linhas Aereas de Moçambique (LAM) non ha jet che volino da più di un anno (ed è la compagnia di bandiera di quel Paese) e Transairways - sempre del Mozambico - è un charter di terza fila.
Per la matricola, cioè Phuket Airlines, fa voli regionali e pochi charter che arrivano solo a Londra. A maggio il governo di quel Paese aveva momentaneamente sospeso la licenza per "problemi di sicurezza". Il volo 9R 618 ha avuto il ridicolo problema del serbatoio troppo pieno che spillava carburante e per due volte non è partito, provocando l'isteria dei passeggeri diretti a Londra da Bankok lo scorso 2 aprile.
Insomma: accipicchia che suggerimenti strategici... A quando i controlli sulle compagnie - e sono davvero tante - che volano in Europa con basi nei paesi dell'Unione e limitrofi (tipo Est europeo)? Da noi sono registrate 19 compagnie aeree, dalla stranota Alitalia sino (ne prendo due a caso, solo perché non le conosco per niente) ad Alidaunia ed AirVallée. Roba serissima e ben fatta, strasicura - di certo - però un bel bollino o un punteggio per la gioia dei consumatori non ci starebbe male... Poi magari si scopre che è Alitalia quella più precaria, sai mai te...
Scusate, ma ora torno a colpire il tavolo col rene destro.
Aggiornamento: Anche il Belgio pubblica la sua lista nera di vettori non autorizzati a volare dalle sue parti. Dice Repubblica che si tratta prevalentemente di voli cargo e le compagnie sono: Africa lines (Repubblica centroafricana), Air Memphis (Egitto), Air Van airlines (Armenia), Central air express (Repubblica democratica del Congo), I.c.t.t.p.w. (Libia), International air tour limited (Nigeria), Johnsons air limited (Ghana), Silverback cargo freighters (Ruanda), Sourth airlines (Ucraina). Su di loro a breve mie informazioni. Una sola nota: si tratta di compagnie straniere e che hanno limitatissimi rapporto con i nostri mercati. Consiglio di nuovo la pubblicazione di un audit di sicurezza delle compagnie aeree nostrane, per trasparenza verso il pubblico e per evitare di prenderci in giro. Esistono più di duemila compagnie aree al mondo, il 90% delle quali praticamente irrilevanti e sconosciute. Chi se ne frega della Icttpw libica? (che, peraltro, non pare esistere con quella dizione da nessuna parte del mondo...alla faccia dell'avvvertimento: non volate con una compagnia che non esiste o che più probabilmente ha un'altra dizione commerciale... mah!)
Nel frattempo Ask The Pillot, la rubrica tenuta su Salon dal pilota Patrick Smith (ha fatto anche un libro tradotto in italiano e di divertente lettura mi dicono) affronta il tema dei disastri aerei e della cattiva informazione al riguardo. Si legge qui, in inglese, dopo aver passato l'immancabile pubblicità
29.8.05
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