CE NE STAVAMO tutti dimenticando. Sui giornali oggi non c'è una mezza riga: i Tg della sera ne parleranno solo perché lo vedono come l'ho visto io su quelli statunitensi sfalsati di sei-nove ore. O forse no. Comunque, oggi Martin Luther King Jr. - nel 1963 al termine della marcia per il lavoro e la libertà, dall'improvvisato palco del Lincoln Memorial di Washington - pronunciò uno dei più famosi discorsi della storia: I Have a Dream. Talmente famoso che negli Usa i ragazzini lo studiano a scuola.
Il passaggio chiave, quello più citato, è questo:
I have a dream that one day this nation will rise up and live out the true meaning of its creed: "We hold these truths to be self-evident: that all men are created equal." I have a dream that one day on the red hills of Georgia the sons of former slaves and the sons of former slave owners will be able to sit down together at a table of brotherhood. I have a dream that one day even the state of Mississippi, a desert state, sweltering with the heat of injustice and oppression, will be transformed into an oasis of freedom and justice. I have a dream that my four children will one day live in a nation where they will not be judged by the color of their skin but by the content of their character. I have a dream today.
Una nota di colore: Martin Luther King e poi la fondazione che gestisce la sua eredità, hanno combattuto battaglie legali toste per registrare i diritti di replica del discorso, originariamente ripreso da radio e televisioni, e poter così avere il pagamento di una royalty ogni volta che viene trasmesso...
28.8.05
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento