24.8.05

La buona villeggiatura

IL PRIMO E maggior pregio del volumetto di Giorgio Marchetti, in arte l'Esimio Borzacchini Prof. Ettore, Accademico della Farina di Semi di Lino, sta nell'aria. Fresca, ispirata alla memoria con giusta misura, per niente goliardica o troppo sboccata. Il maggior difetto è la centralità delle puppe. Gradevole e funzionale orpello femminile, dal punto di vista dei maschietti, si capisce che sono un po' l'ossessione e il filo rosso nella vita di Marchetti o, perlomeno, del suo alter ego Borzacchini. Uno psicologo avrebbe da dire, sicuramente, qui piace notare che il troppo è sempre troppo.

Del Borzacchini come fenomeno tutto toscano dell'editoria si è parlato in vari siti e convegni. L'illustre ha innalzato una cattedrale all'idioma labronico e alle sue parallele evoluzioni nei differenti vernacoli toscani (in verità, pisano, fiorentino e un pugno di pratese; mancano aretino, pistoiese, grossetano e senese, tra i maggiori) con l'opera di divulgazione sul Vernacoliere prima e per i tipi dell'editore Ponte alle Grazie poi.

Ma la decennale carriera dell'esimio accademico, in cui l'architetto livornese trapiantato a Lucca si rispecchia, è anche più che non la sola e sgarrupata lettura di lemmi e fantasiose etimologie del peggior vernacolo portuale o del contado. Dietro c'è la filosofia di un piccolo mondo antico che con una certa maestria Marchetti è in grado di navigare. Sempre con passo minimalista, con dimensione da glossa, con respiro di breve e pungente staffilata ironica, Marchetti disegna i luoghi comuni e quelli della memoria nella villeggiatura in Versilia ("villeggiatura"! Che bello, altro che l'orrido "vacanza"...), sulle tracce della quale raccoglie articoli e articoletti pubblicati anche dal livornese Il Tirreno e li condisce con un po' di sano mestiere.

Il libro, non per tutti (linguaggio e allusioni non acconce a un pubblico di minori o alle sensibili minoranze intellettuali), ha vari pregi. La Villeggiatura del Borzacchini (sottotitolato: Contro la globalizzazione delle vacanze) innanzitutto costa poco, solo 12 euro per 151 godibilissime paginette ben scritte e ben strutturate. Si cazzeggia tra dilemmi politici, note di costume, sapienti equilibrismi linguistici e rapide scorrerie in dimensioni alternativamente private o pubbliche, luoghi comuni dei pochi o dei più. Si fa della filosofia ma anche della satira di popolo e d'èlite, si disegna un mondo che fu e il mondo che è, tracciando anche quella sottile linea di demarcazione che dovrebbe insegnarci a rispettare il tempo come infinito fluire e non solo come succedersi di discontinuità.

Se le vostre "ferie", le "vacanze", sono finite, sappiate che si può sempre rimanere in città e godersi una "villeggiatura" mentale divertente e divertita. Trattando con serietà le piccole cose della vita e con ironia le grandi. Come si conviene alle varie genìe toscane...

2 commenti:

EmmeBi ha detto...

Qui il Borzacchini piace assai. Come pure una scritta sul muro (la CNN dei Livornesi) letta l'altro giorno "W le puppe delle donne"

Anonimo ha detto...

grazie antonio. ho letto con molto piacere la tua esegesi della mia modesta opera. Per le puppe aggiungo solo che probabilmente l'ossessione fa capo ad una generazione "a scavalco" della fame dell'ultima guerra, avaramente nutrita al seno materno, povero; mi rendo conto di esagerare e continuo a esagerare finché la stitica Musa me lo propone. Devi ammettere che ho cercato di bilanciare con un piccolo saggio sulla nuova estetica del culo femminile nello stesso libro. grazie di nuovo.
BORZACCHINI - g.marchetti@awn.it