30.10.05

Before I Got Here

BLAIR UNDERWOOD E' un attore noto dalle nostre parti soprattutto per essere passato come momentaneo fidanzato di Miranda attraverso le maglie di Sex & The City. A dire il vero è stato anche co-protagonista insiema Heater Locklear di Lax, la sfortunata serie ambientata all'aeroporto di Los Angeles chiusa anzitempo per mancanza di pubblico. Comunque, è un attore di "impatto": nero e aitante, che non ti aspetteresti mai che scriva un libro

Invece il libro l'ha scritto, (con le foto di Donyell Kennedy-McCullough) ed è appena uscito negli Usa. La cosa inquietante è l'argomento: Before I Got Here: The Wondrous Things We Hear When We Listen to the Souls of Our Children riesce a cogliere con accuratezza inconsueta uno degli ultimi angoli inesplorati della new age millenaristica che possiede un segmento dello spirito americano.

C'è vita oltre la vita? C'era vita prima della vita? Ho visto una luce in fondo al tunnel e ho parlato con mio nonno, mentre mi ricordavo di quando ero suo padre. Questo in sintesi il polpettone mistico che alimenta parecchi, ma che sarebbe forse un po' facilone banalizzare. In realtà, sarebbe figlio di quell'altro stereotipo tutto italiano che vuole che per noi gli americani siano dei "coglionazzi", dei "bambinoni" che credono a una caterva di idiozie false come patacche.

Underwood ha raccolto sia dai suoi tre figli che dalle testimonianze (attraverso un sito web) di vari altri genitori un bel po' di frasi che i bambini prima dei cinque anni lasciano cadere lì. Cose del tipo: "belle scarpe, mamma. Prima che venissi da te le avevo anche io", oppure "sei una mamma fantastica, la migliore tra tutte quelle che ho avuto".

Dopo che questi figlioli posseduti superano i cinque anni di età, peraltro la fase in cui secondo gli psicoanalisti si rimuovono tutti i ricordi precedenti, questi ragionamenti non emergono più.

Su Amazon si trova il libro, magari una lettura interessante per farsi una passeggiata attraverso la spiritualità di Blair Underwood, oppure per fare etnografia degli Stati Uniti. O magari per cominciare a prendere appunti quando i nostri bambini dicono cose strane...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

beh...inevitabile giunge alla mente il ricordo di un pargolo 5enne, figlio di conoscenti, il quale, accompagnato al parco in occasione del Carnevale, data la sua natura irruente, si sentì negare la possibilità di lanciare i coriandoli, il suo commento, un poco stizzito, fu "Ma che cazzo di carnevale è?"..
..ora, la domanda nasce spontanea, questa sua perplessità era frutto del confronto con esperienze precedenti, oppure la prova di una certa qual precocità nel cogliere le sfumature dei dialoghi tra adulti?...
buona domenica!
Ste

Antonio ha detto...

Lo sboccato frugoletto era evidentemente posseduto da un demonietto cartesiano, anzi, era la reincarnazione di un qualche lama minore, frustrato per non essere stato cercato dai suoi discepoli e in qualche modo ancora risentito per quella volta che non gli fecero sparare i razzi insieme a Gioacchino Murat per il capodanno napoletano dell'ottocentoquattro.

Così, a naso...