GOOGLE E' DIVENTATA una delle aziende più interessanti e importanti al mondo. In cinque anni il suo valore è cresciuto da zero a una capitalizzazione di mercato superiore a quella dei produttori di automobili statunitensi sommati. Mica nulla... E cosa succede adesso con il media darling più popolare sulle pagine dei giornali di tutto il mondo? Molti si sarebbero iniziati a preoccupare: il successo soprattutto nella comunicazione è una delle cose più difficili da mantenere. Genera aspettative e soprattutto genera il rischio continuo di passi falsi, di scivoloni, di fraintendimenti.
Google, che recentemente è stata "accusata" di essere una sorta di Microsoft numero due, continua in realtà a fare il suo lavoro di comunicazione senza limiti: da un lato con la geniale mossa di assumere Vinton Cerf come "evangelist" (Cerf è uno dei padri di Internet, che negli anni Sessanta ha creato i protocolli tecnologici per la comunicazione che reggono la rete anche oggi), dall'altra con il costante lavoro del brand-blog, dove lo stile minimalista di G. macina quotidianamente attenzione da parte degli utenti. E' un modo per scavalcare, senza essere confusionari o aggressivi, i media tradizionali e presentarsi direttamente al pubblico. Da notare: senza essere confusionari, cioè senza utilizzare un linguaggio complesso, fronzoli o sistemi di presentazione "press release", "comunicati" e altro che di solito rendono solo più farraginoso e fuori tono il livello del discorso e della comunicazione.
Un esempio: la storia di Trisha, raccontata da lei medesima, che nel 2003 ha trovato lavoro spedendo una mail a Google mentre stava per partire per il Messico. La mail ha attratto l'attenzione dei selezionatori di Mountain View perché lei si diceva entusiasta della sua maglietta con il brand di Google in bella evidenza. E chiude l'apologo dicendo:
I survived the surf at Todos Santos, and I managed to get through my first day in the Googleplex without crashing that datacenter. And the message I have for all my recent college grad peers is simple: Don't underestimate the power of your favorite T-shirt, and don't neglect your email while on vacation. Either one may hold the key to your future.
La Fiat mica comunica così, sai Lapo?
2.12.05
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3 commenti:
Non c'entra col post, ma sembra che il tuo link RSS non funzioni piu'.
In effetti, così parrebbe. Ho comunque cambiato il link al feed anche nella colonna di sinistra. Grazie!
Parole sante: Lapo proprio non comunica così, e Mamma Fiat a scuola di comunicazione non riesce ad andarci neppure dopo che l'hanno affidata ad un certo Luca... Torino langue disperatamente senza una vocazione certa e nonostante i disperati tentativi di farle assumere questo o quel volto (turistico, culturale, esoterico e ovviamente olimpico)... Epperò in tutto questo caos e con tutti i lavori ancora in corso, nonostante i penosi cali di stile di Lapo, che il buon gusto torinese non sa neppure cosa sia, lui con le sue giarrettiere con cui è arrivato in ospedale e così via, certi giorni la Veja Turin è proprio bella. E anche se questo non ha nulla a che fare con il post, m'andava lo stesso di scriverlo.
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