CI SONO DELLE cose che, non dico vent'anni fa, ma neanche due avremmo pensato di fare. E poi, quando le facciamo, ci paiono le più normali del mondo.
La settimana scorsa ero in California. Giovedì sera, orario italiano, ero a Cupertino, a trovare degli amici nella sede di Apple. Verso le 23, sempre ora italiana, mi sono connesso alla rete Wi-Fi di uno dei caffé-piazzetta che fanno da atrio ai vari edifici del complesso, ho messo su le cuffiette (il microfono è integrato nel PowerBook) e con Skype mi sono collegato con Gianluca. Lui stava trasmettendo dall'Italia, con un po' di ospiti nello studio che tiene in uno sgabuzzino a casa sua, Macchiaradio, in diretta ma solo sul web. Grazie a un mixer collegato al Pc, ero anche io della partita: la trasmissione da Milano rimbalzava sul server che fa lo streaming e che si trova negli Stati Uniti e - da lì - in tutto il mondo.
Chiacchierata tranquilla, tecnologie sottostanti non solo incredibili, se ci pensate, ma sino a pochi anni fa riservate solo a grandi broadcaster pieni di soldi e tecnologie esclusive. Ecco, tutto questo per dire che Macchiaradio torna stasera, come ogni giovedì da quando c'è il Grande Fratello... e magari ci vado anche io...
A disposizione del popolo che non era presente, c'è il Podcast della serata (quattro ore...) disponibile su Macchianera.
19.1.06
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2 commenti:
E allora? Elogio dell'orizzontalità? O improvviso ritorno alla modernità di dannunziana memoria?
Ci sono molti altri esempi -ahimè- di tempi trascorsi invano...
Se continui a chiamarlo sgabuzzino GLN non ti invita più.
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