TRE O QUATTRO cose che mi avanzavano. La prima è un libro, di cui ho già parlato, e che ho letto questa estate e che è stato appena tradotto da Mondadori: si tratta di Tutto quello che fa male ti fa bene, su televisione, videogiochi, stupidaggini che allenano il cervello e ci stanno rendendo più "smart" di quello che non si creda. L'ha scritto Steve Johnson.
Bene, andiamo avanti: Google Earth, il programma di Google per Mac e Pc che consente di vedere tutto il mondo, cercare qualunque posto, "volarci sopra", inclinare il piano di visuale, zoomare con una risoluzione notevole. Fantastico, mi ci sto perdendo. Quello che è notevole, però, non è tanto il software di per sé (ci sono videogiochi che fanno da anni di meglio) quanto lo strumento reso disponibile per tutti - le cartografie si scaricano in tempo reale dalla rete, serve quindi una buona connessione - e quindi lo spostamento del punto di valore. Google Earth non è interessante di per sé, lo sono molto di più i racconti delle persone che conosco e che lo stanno usando. Ognuno cerca cose diverse, costruisce percorsi diversi, soddisfa curiosità diverse, in buone parole racconta storie diverse.
E' un po' la stessa cosa della radio di Macchianera, di Skype con cui parlare dall'altra parte dell'oceano facendo ping pong con i computer, insomma: le tecnologie ci sono da tempo, la novità è che adesso cominciano davvero ad essere alla portata di tutti. La differenza la fanno le persone, gli usi che costruiscono, il rimodellamento sociale. Forse forse aveva ragione davvero Flichy con i suoi quadri di funzionamento...
Un po' di tempo fa è comparso un commento a un post di questo blog da parte del mio caporedattore attuale al Sole 24 Ore (quello prima non leggeva i blog, o non commentava). Un caporedattore del Sole 24 Ore. Che commenta un blog. Ma vi rendete conto?
21.1.06
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