20.5.06

L'estate dei paradossi volanti

SARANNO PIENI COME un uovo. E questo non è un bene. I voli negli Stati Uniti, questa estate, promettono infatti un pienone come mai prima. Sarà la stagione più "calda" dalla Seconda guerra mondiale, con 207 milioni di passeggeri previsti, un livello di occupazione degli aerei da record, pari all'80%, con punte sino al 90%.

D'altro canto, a partire dall11 settembre le compagnie aeree statunitensi sono state letteralmente massacrate dalla più grave crisi della loro storia, e tuttora stanno diminuendo gli apparecchi e il personale: solo di aeroplani le sei maggiori aerolinee ne hanno tolti dal cielo circa 700, pari al 20% rispetto al livello raggiunto cinque anni fa. Tutti "parcheggiati" nel caldo secco del deserto del Mojave, in Nevada.

In più, negli Usa adesso i voli nazionali vengono "regolarmente degradati" da apparecchi a due corridoi ad apparecchi ad un corridoio, e quelli regionali da apparecchi ad un corridoio a jet regionali. In sostanza, sempre meno posti vuol dire sempre più chances di lasciare qualche passeggero a terra. E i trattamenti diventano sempre più essenziali, mentre i prezzi in questa fase levitano: per andare da Washington a Chicago si possono spendere quattro o cinquecento dollari come minimo, mentre l'estate scorsa ne bastavano 100-150.

Una delle tendenze che sta provocando questa situazione di vera e propria crisi, la peggiore mai affrontata negli Usa e nella quale ci saranno caos e rischi di collasso del sistema - sia nella gestione delle code, della sicurezza e dei bagagli, tutti settori attualmente sottoposti a forti tagli di personale - è dovuta anche alla politica di molte grandi compagnie aeree, che stanno spostando qualunque aereo di dimensioni "consistenti" nelle rotte internazionali dove può spuntare prezzi più alti per i biglietti: Delta ha messo tutti i suoi Boeing 767 - una volta utilizzati per fare il volo transcontinentale - sulle rotte intercontinentali. Da costa a costa adesso volano i Boeing 757, che hanno una capienza significativamente minore: almeno trenta posti in meno su un totale di 204.

Sempre Delta, per fare un altro esempio che descriva la situazione, potrà vendere 82 mila posti in meno al giorno per tutto il mese di luglio e di agosto rispetto al 2005: un calo netto del 18%.

Nonostante l'aumento del costo del petrolio e queste scelte drastiche, in realtà l'industria del trasporto aereo negli Usa mai come questa estate sarà stata in controtendenza rispetto al resto dell'economia. E quando l'economia "viaggia", viaggiano anche le persone, per fare business qua e là nel mondo e negli Usa. Inoltre, maggiore occupazione, maggiori stipendi, il tutto si traduce in maggiore desiderio di vacanza e quindi di viaggio.

Uno degli effetti più spiacevoli, tra gli altri, è quello che rende praticamente impossibile, per chi ha accumulato in maniera certosina le sue miglia da bravo frequent flyer, spenderle.

Se proprio vogliamo cercare un colpevole di questa situazione, o meglio uno dei fattori che l'hanno sicuramente resa più grave, è la possibilità di cercare su Internet i biglietti aerei. Se da un lato ha reso più economici almeno all'inizio i costi per i passeggeri, ha anche aiutato le compagnie aeree a vendere praticamente tutti i posti che avevano a disposizione e anche di più (come al solito: overbooking, ma di tipo diverso, più sistematico e meno dettato da disfunzioni su singoli voli), rendendo il sistema più rigido e non in grado di adattarsi agli improvvisi mutamenti. Il rischio negli Usa questa estate è il collasso. Occhio, quindi, se ci dovete andare...

(Fonti: New York Times, San Francisco Chronicle, FrequentFlier.com, Delta Air Lines; Southwest Airlines)

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