NON HO IMMAGINI per corroborare quanto segue, ma come capirete non ne servono. Ecco, il fatto è che nel mondo ci sono un miliardi di italiani, forse un miliardo e mezzo. Sono giunto a questa conclusione vedendo che anche San Francisco è piena, come New York, come Londra, come Managua, come Gerusalemme (e mi dicono di gente che è partita l'altra settimana per Beirut, zainetto EastPack, Rayban e via...). Pazzesco.
Poi, girellando da solo per le strade della città, mi sono anche reso conto che c'è un motivo se sembriamo così tanti. Innanzitutto, ci si muove per gruppi: famigliole di sei-sette persone, coppie, coppie con figli, gruppi di amici (mai doppia coppia, però, perché forse al paesiello poi puzza di scambisti tra gli invidiosi che non son partiti). Insomma, tranne le coppie solitarie, a giro siamo almeno un multiplo di sei.
E poi, soprattutto, siamo riconoscibili. Gli italiani, grazie a omogeneizzati e vitamine potentissime distribuite dagli sponsor di Mediaset prima e del Carosello della Rai prima ancora, sono ormai lombrosianamente irriconoscibili: biondi, mori, alti, bassi, magri, grassi (con moderazione, però), con tagli di capelli moderni, abbronzatura, occhi chiari, occhi scuri. Ce n'è per tutti i tipi: potremmo passare per almeno altre trenta nazionalità diverse. Quello che ci frega, che ci condanna ad essere riconoscibili è il modo con il quale andiamo a giro.
L'italiano nel mondo, in clima para-estivo (a San Francisco si alterna un sole potente a botte di vento gelido da alta montagna autunnale), si muove così: ha sempre in mano una borsetta, un marsupio, un qualcheccosa di scorta (magari un golfino sulle spalle o meglio in vita). Ha le scarpe "giuste", che vuol dire firmate. Ha pantaloni-camicia-maglietta-occhiali e borsa (se femmina) rigorosamente e religiosamente firmati.
E per firmati non intendo che siano di marca (ci mancherebbe, pure negli Usa), ma che la marca sta scritta a chiare lettere sulla superficie esterna del capo di abbigliamento in questione. E se non è una marca, è uno slogan. Agli italiani un capo d'abbigliamento senza almeno un loghetto, una griffettina, una mezza scritta proprio non piace. L'unica eccezione: i jeans, che per i più sobri possono avere anche solo la placca d'ordinanza sopra la chiappa destra. Ma non dimentichiamoci che sempre i jeans possono avere il nome dello stilista scritto con gli strasse sulla gamba...
Vabbé, siamo un popolo facilmente identificabile e forse per questo sembriamo di più. Però, abbiate pazienza, se vedete comparire delle scritte "Best Company", "I love Alcatraz", "New York is my Town", "D&G", e sotto scorgete un tizio o una tizia, con i regolamentari occhiali da sole (supergriffati), mentre emerge dai canyon della morte del Nevada o dal ristorante cinese di New Montgomery giù in città non stupitevi e non pensiate che sia "il solito italiano". Perché anche voi, anche io, evidentemente, siamo così...
10.8.06
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1 commento:
Oppure, abbigliamento a parte, è sufficiente guardare chi fa il furbetto in coda, pedonale o automobilistica che sia ;)
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