IN QUESTI MESI sono ricominciate le convergenze. E' un argomento anche lessicalmente intrigante (il termine "convergenza" è forse una delle parole più utilizzata per descrivere il "nuovo che avanza", ma il cui senso annega in realtà nell'ambigua nuvoletta del non definito) quanto ambiguo.
A suo tempo avevo dato una mia definizione di convergenza trattandone in modo penso un po' fuori dai canoni (convergenza come selezione naturale del contenitore vincente; convergenza di Steve Jobs tra Apple, Pixar e Disney; convergenza come interoperabilità di tutto con tutto). Adesso, vediamo tre casi di convergenza che mi hanno più interessato recentemente.
La prima è di Wired, la bibbia dell'era digitale eccetera eccetera. La rivista, dopo il periodo più scapigliato dei primi anni (i suoi padri fondatori sono tra i personaggi più significativi della Silicon Valley) è stata acquistata da Condé Nast - l'editore di Vanity Fair, Vogue e Golf Digest -, normalizzata e messa in mano a Chris Anderson, il direttore dei record (ha vinto un quantitativo impressionante di premi per il suo lavoro) nonché autore di The Long Tail. Il sito web, però, WiredNews, era rimasta una realtà separata, di proprietà di un'altra società. C'erano accordi, là si trovavano gli arretrati della rivista, ma la fonte delle notizie era diversa. Alcuni mesi fa Wired cartaceo ha comprato Wired online. Adesso c'è convergenza.
La seconda è il New York Times. Alcuni mesi fa la direzione ha deciso di fondere la redazione online, che nel tempo era diventato un giornale nel giornale, con rapporti con tutte le sezioni del quotidiano (di cui ripubblica le storie), a anche con una sua autonomia. Adesso sono una cosa sola nel senso che è il quotidiano a scrivere nel farsi degli avvenimenti anche una versione per la rete. Cito il NYTimes e non gli altri casi perché è il primo e comunque il più eclatante dei casi. Il Sole 24 Ore, per dire, ha una sua redazione autonoma con un responsabile e con dei giornalisti assunti (e dei collaboratori) ad hoc per scrivere ex novo dei temi di cui si parlerà poi anche sul quotidiano.
La terza è l'iPhone, che fa la convergenza di sms, email, web, musica, film, foto, indirizzi e via dicendo. Non interessa qui se si tratti di un bell'apparecchio, se è innovativa l'interfaccia, se altri prima di lui cercavano di fare cose simili e via dicendo. Si tratta del fatto che Steve Jobs infila dentro una scatolina di nuovo tutto quel che quattordici anni fa poteva essere infilato dentro un Newton, l'apparecchio che ha inventato il genere dei Pda (per merito di John Sculley, all'epoca Ceo di Apple e Bruto di Steve-Cesare) e che proprio Jobs cancellò.
Altri fenomeni di convergenza seguiranno. La mia idea è che le tecnologie e i contenuti siano solo un effetto collaterale. La convergenza è cosa di persone.
18.1.07
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1 commento:
sono d'accordo con te, la convergenza è cosa di persone, e per questo mi inquiteta ancora di più. Dove sono le donne?
Raise
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