COSA LEGGETE DI solito? Il Corriere, a proposito delle letture estive, propone un servizio a firma Chiara Bidoli intitolato "Non solo gialli, ecco cosa si legge in vacanza" che racchiude un'interessante concezione del pubblico (oltre a un piacevole saggio di giornalismo da portare nelle scuole. Le scuole medie durante l'ora di italiano, intendo dire). Il tema è, come si intuisce, quello delle letture sotto l'ombrellone (implicito: il momento in cui l'italiano legge) con aggiunta di dati Istat frutto di una ricerca quinquennale (prima si vede che la lettura non pareva un fenomeno stimolante o degno di particolare rilievo per l'ente statistico nazionale).
Ecco il teorema:
Sotto l’ombrellone vedremo comparire testi ricercati, romanzi di autori sconosciuti, libri di saggistica e veri e propri «mattoni». Perché quest’anno si punta sulla qualità e, per scegliere il libro giusto, ci si affida al passaparola e ai consigli di esperti librai.
Da cui si evince che:
1) La qualità sono "testi ricercati, romanzi di autori sconosciuti, libri di saggistica e veri e propri «mattoni»".
2) La scelta del libro si basa sul passaparola o sul libraio, anziché sulle classifiche del Corriere medesimo (che poi comunque le propina tali e quali nel servizio, vedi poco sotto).
3) L'obiettivo della "lettura", attività da svolgere sotto l'ombrellone come sussidio dell'abbronzatura, richiede l'identificazione del libro "giusto"; stessa categoria fenomenologica dell'"occhiale giusto", della "scarpa giusta" e del "fidanzato/a giusto/a" da esibire sotto il medesimo ombrellone. Telefonino "smart" e iPod sono dati per scontati. L'idea di marketing dietro alla Cinquecento è proprio questa.
Poi:
La tendenza è non cercare una lettura fine a se stessa ma scegliere un libro capace di raccontare la realtà, che sappia emozionare e che sia scritto bene, da un punto di vista narrativo e linguistico. Non a caso in vetta alle ultime classifiche di vendita c’è ancora Khaled Hosseini, il medico scrittore di Kabul considerato il caso letterario dell’anno che (...) racchiude tutte e tre queste virtù.
Geniale, lascio ai lettori l'interpretazione del "vecchio" lettore che cerca una lettura incapace di raccontare la realtà, fine a se stessa, che non sa emozionare e scritta pure male (peraltro, sono quattro e non tre, come si nota).
Notare che poi, scrive sempre la Bidoli:
Seguono a ruota autori amatissimi dai lettori italiani, e via elencando la classifica del Corriere, come dicevamo.
Altre due perle. La prima è un fantastico non sequitur da segno blu alle superiori, un esercizio di aritmetica delle somme delle mele con le pere:
A leggere sono in prevalenza le donne (65%), i giovani di età compresa tra gli 11 e i 24 anni (oltre il 70%), gli abitanti di Trento (73,9%), seguiti da quelli di Bolzano (73,2%) e della Valle d’Aosta (69,5%).
La seconda è ancora migliore:
L’84,5% dei giovani che usa il pc legge abitualmente, percentuale che scende al 51,2% tra coloro che usano il pc ma non si dedicano mai alla lettura.
Il commento del presidente dell'Associazione italiana editori nota (come da taccuino della cronista) che le spaccature nel Paese restano: di genere, geografiche, culturali e pure tra laureati e dirigenti. Concludendo che:
«Ci si può stupire, allora, che in un mondo sempre più complesso e competitivo la produttività, l’innovazione, sia il principale fattore critico della nostra economia?»
Perché poi il problema del libro da leggere sotto l'ombrellone, il mattonazzo bello pesante ma che descrive bene la realtà perlomeno alle giovani donne trentine che usano il Pc e che è stato scritto dal noto guru dell'innovazione di Kabul, Khaled Hosseini detto "il Coelho de' noartri editori filantropici", è di incidere sul Pil. Te pareva...
Grazie Corriere, senza di te (e senza le tue croniste) non saprei come fare ad addormentarmi sereno.
24.7.07
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
Fantastico. Il Corriere è sempre avanti.
ooohhh... questo articolo me l'ero perso!
Sigh!
Continuerei la tua analisi:
-Testi ricercati: ed elencano i primi in classifica (che come tali non possono essere definiti ricercati, direi).
-"A leggere sono in prevalenza...": si, ma leggono quanto? Due libri all'anno, o dieci?
-I nomi magari sconosciuti di cui parlano sono comunque parte delle principali case editrici: saranno anche sconosciuti, ma hanno una macchina da marketing alle spalle.
-"I lettori scelgono la qualità": e cosa dovrebbero scegliere, la quantità? Dato il numero medio di libri letti dagli italiani (secondo altri sondaggi) mi viene da ridere.
sembra scritto da una che guida una smart, che si fa i capelli dal parrucchiere dello chandelier, che va a montecarlo al granpremio e in vacanza in costa smeralda. non infieriamo, fa già tutto da sola...
Posta un commento