SIAMO ARRIVATI ALL'EPILOGO anche di quest'anno. Tempo di classifiche, riflessioni, meditazioni, buoni propositi, intanto che si tira fuori dall'armadio lo smoking e ci si prepara all'esclusivo veglione in località esotica, distante ed ovviamente amena.
Segnalo quindi le due ultime cose che mi hanno più colpito. La prima è grazie a Roberto, che me l'ha segnalata pochi giorni addietro. Si tratta di Mad Men, serie televisiva per intenditori al suo esordio su AMC, creata dall'inventore dei Soprano, vale a dire Matthew Weiner. È ambientata nella New York dei tardi anni Cinquanta-primi Sessanta e gli uomini folli del titolo sono i pubblicitari (furono loro stessi a definirsi così), anzi i protagonisti lavorano per la Sterling Cooper, finta ma veri invece sono la maggior parte dei clienti, soprattutto la Lucky Strike (quella delle sigarette). Straordinaria ambientazione in un mondo vecchio di mezzo secolo fa che in realtà è al tempo stesso vicino e alieno.
I rapporti con le donne (solo segretarie, tutte pie e devote, oppure mogli, pie e devote, o amanti folli e donne liberate da stereotipi di genere), l'invenzione dell'industria pubblicitaria, la sovrapposizione tra commercio (vendere prodotti) e politica (vendere candidati). Fantastica, per chi mai si sia avvicinato al mondo della comunicazione in generale e delle agenzie di pubblicità in particolare, la filosofia e l'atmosfera di Madison Avenue, dove ha sede la Sterling Cooper. Senza contare il corrosivo sguardo al "com'eravamo" della famiglia americana di quegli anni che sono, bisogna ricordarlo, gli anni fondanti dell'attuale mito della Famiglia, della Società e del Sogno di quel paese. Grazie ancora, Roberto!
Seconda segnalazione, altrettanto pazzesca come impatto, è Californication, che non è la musica dei Red Hot Chili Peppers, ma alla serie televisiva di Showtime ideata da Tom Kapinos che segna il rientro di David Duchovny (ve lo ricordate? X-files e poi improbabili telefilm con storie e ambientazioni all Playboy). La storia è quella di uno scrittore newyorkese in crisi, Hank Moody, che è stato lasciato dalla compagna (con la quale ha una figlia dodicenne) di cui è ancora innamorato e che vaga tra avventure di sesso puro, droghe di tutti i genere (e tante sigarette, come i personaggi di Mad Men) e solitaria sofferenza per la ex che si sta per risposare. Lo scenario è una Los Angeles da brivido per la capacità di disegnare sul piccolo schermo le luci, le strade e soprattutto gli interni della città più americana d'America. Per chi c'è stato, è al tempo stesso la città che ha visto e quella che avrebbe potuto sognare.
La trama è alquanto più complicata, visto che tra le altre cose Hank finisce a letto con la figlia sedicenne del futuro marito della ex compagna che è anche il suo capo (ma non lo sapeva neanche lui) e il suo nuovo romanzo rischia di venirgli rubato... Da notare il personaggio del suo fido agente letterario, che lo segue in tutti i sensi (anche nei festini): interpretato da uno straordinario Evan Handler, il pezzo migliore della serie insieme allo stesso Duchovny.
Praticamente, se vogliamo cambiare prospettiva, la storia di un uomo innamorato e della sua Porsche. Il telefilm inizia con un "lavoro di fino" fatto da una monaca nella navata centrale di una chiesa, e poi due sigarette fumate a letto con la suddetta monaca che in realtà non è altro che l'originale di un sogno. Insomma, anche qui c'è trippa per gatti, anche se devono essere gatti maggiorenni.
Due serie di ottimo livello, tutte da godere, indice di un 2007 che mantiene la tradizione di questi ultimi anni di "rinascimento" del telefilm americano. Poi, magari è solo una fase o il fatto che siano prodotti affascinanti perché non ancora arrivati da queste parti. Però, mannaggia... Beh, vado a farmi stirare lo sparato.
31.12.07
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2 commenti:
buon anno!
Auguri auguri!
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