A ME, UNA vita fa, dicevano che iniziare un pezzo con un virgolettato vuol dire far fare il proprio lavoro di giornalista ad un altro. Ma forse il principio non si applica agli antropologi della contemporaneità. Però citare le fonti, se capita di scrivere su Repubblica, magari sarebbe meglio. Altrimenti Massimo si arrabbia. (Anche se, a dire il vero, si va sulla fiducia, perché manco lui fornisce il link all'originale).
L'attacco incriminato:
"Dovessi spiegarti che cos'è il mio blog ti direi che è un luogo, riscaldato d'inverno ed areato d'estate, con un indirizzo e una buca delle lettere, finestre per guardarci dentro se passi nei pressi ed una porta aperta per entrare se ti andrà. L'insieme dei blog che leggiamo e di quelli che ci leggono è un villaggio particolarmente salubre fatto di abitanti che si siano scelti fra loro e non paracadutati lì dal caso". Parola di blogger. È evidente che il blog è molto più di un sistema di comunicazione. È un angolo di mondo, avrebbe detto Herder. O una forma di vita, per dirla con Wittgenstein. In entrambi i casi uno spazio di condivisione simbolica caratterizzato dai suoi usi, costumi, sensibilità, abitudini, codici sedimentati - ma prima ancora creati - e da un linguaggio comune. I blog sono a tutti gli effetti le nuove forme di vita prodotte dalla rete, degli autentici angoli di mondo virtuale.
Ps: No, Wittgenstein è quell'altro, quello che faceva il filosofo, non quello nato a Pisa
29.7.08
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1 commento:
eccoti li link, malfidato ;)
http://www.mantellini.it/2007_01_01_archivio.htm#116877583416613129
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