DARIO DI VICO ha scoperto la globalizzazione. In Cina non fanno (solo) magliette e pantaloncini, ma anche ricerca scientifica e apparecchi ad alto valore aggiunto. E Nokia Siemens Networks si prepara a chiudere i centri di ricerca lombardi di Cinisello Balsamo e Cassina de' Pecchi.
Da notare che i nostri geniali ricercatori, gente che studia all'estero parla le lingue e ha la forma mentis dello scienziato che studia in maniera razionale i problemi e le strategie, sono incazzati perché si sentono colti alla sprovvista dalla possibile chiusura e dal loro conseguente licenziamento, ergo manifestano.
Nessuno gli aveva detto per tempo che la torcia della scienza, delle loro carriere integralmente spese a studiare e lavorare su un unico settorialissimo particulare, se n'è andata in India e in Cina? E che loro, anziché migliorare l'algoritmo di compressione del dato, come fino ad alcuni anni fa si faceva nei super-laboratori della Silicon Valley, adesso dovrebbero immaginarsi la prossima piattaforma iPhone e la prossima strategia iTunes store, il prossimo Google e il prossimo Android? Ma loro, al netto dell'algoritmo di compressione del dato, quali competenze hanno per restare a lavorare in Italia, oggi come facevano ieri?
Money Quote: La novità, tragica per noi italiani, è che finora discorsi come questi riguardavano il settore manifatturiero, le fabbriche tessili o chimiche. Ad emigrare verso Est erano posti di lavoro «poveri» e prodotti largamente copiabili, oggi la Cina invece comincia ad attrarre la ricerca e se ne vanno posti di lavoro pregiati che non torneranno più a disposizione dei laureati dei nostri Politecnici.
Peraltro, solo a Di Vico e pochi altri questi paiono essere "posti di lavoro pregiati" e però contemporaneamente più economici laggiù in Asia, senza avvertire nessuna contraddizione logica.
Money Quote: «Anche in questo campo — dicono i ricercatori di Cinisello — la qualità si è standardizzata. Le università cinesi sono buone quanto le nostre e a questo punto la competizione si gioca solo sui costi. Uno di noi a Milano costa all'azienda all'incirca 45 euro l'ora, in Cina la metà». .
Delle due, l'una: o 'sti posti di lavoro sono davvero pregiati e la differenza drammatica di qualità emergerà in maniera plateale, riportando dirigenti delle grandi multinazionali con il capo cosparso di cenere sui loro passi a chiedere umilmente ai brillanti ricercatori di ritornare a lavorare a Cassina de' Pecchi, oppure al buon artigiano italiano fottuto dall'altrettanto bravo artigiano di Mumbay o Pechino, adesso si è aggiunto il buon ricercatore italiano fottuto dall'altrettanto bravo ricercatore indiano e cinese. Fottuto a prezzi di saldo, ovviamente.
Ma allora, non era meglio fare tutti i ragionieri e computare le dichiarazioni dei redditi dei commercianti e dei ristoratori locali?
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1 commento:
Hai tristemente ragione. E' deprimente vedere come l'Italia fa morire il centro di ricerca di Nokia Siemens Networks (NSN)senza alzare un dito. Il paese sta declinando miseramente.
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