DURANTE UNA INTERVISTA con Vinton Cerf, alcuni anni fa, il padre del Tcp/Ip (assieme a Bob Kahn) mi disse: la vera sfida del futuro non è il Cloud di per sé, ma il coordinamento tra le diverse nuvole: le varie private tra loro e con quelle pubbliche, comunitarie etc". Uno o due anni dopo ripresi questa idea assieme ad altre (l'informatica come scienza di astrazioni) per un fogliettoncino di prima.
L’informatica, si sa, è la scienza delle astrazioni. In un certo senso, è fatta tutta dai mattoncini del lego. Si definisce un concetto, si costruisce uno strumento, e la macchina diventa capace di eseguire il lavoro, lasciando al programmatore la libertà di occuparsi di problemi più complessi a un livello di astrazione superiore. Detto in un altro modo: si crea il mattoncino di lego, si capisce come unirlo ad altri mattoncini e si passa a costruire una struttura più complessa.
Gli esempi li abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. Dopo aver imparato a collegare due computer tra loro, si sono cominciate a costruire le reti locali. Dalla fine degli anni Sessanta la cosa più naturale, sulla spinta degli investimenti del governo americano, è stata quella di unire le reti locali costruendo una “rete di reti”, cioè Internet. Risolta la complessità dei singoli collegamenti, è stato possibile lavorare sull’architettura a un livello superiore di astrazione.
Con il Cloud computing, si torna ai mattoncini del lego: una erogato il primo servizio informatico (una risorsa di calcolo, uno spazio su disco condiviso), si è passati a unire questi nuovi mattoncini del lego costruendo la “nuvola”, che dal punto di vista dell’utente è un unico fornitore ma che al suo interno ha la complessità e la ricchezza di centinaia di server eterogenei.
Con il Cloud sempre più diffuso tra utenti consumer e le aziende, l’informatica è diventata, da risorsa strategica sulla quale operare pesanti investimenti, un servizio da acquistare on demand. Il software come servizio (SaaS) è una possibilità quotidiana. Secondo Gartner, tutto il mercato del SaaS nel 2010 vale 9,2 miliardi di dollari, in crescita del 15,7% rispetto all’anno scorso.
Ma la nuvola non è il punto di arrivo. Per quanto potente e ricca di risorse, la Cloud di un singolo fornitore è comunque una risorsa limitata. SalsesForce, Google, Microsoft, Amazon e tutti gli altri hanno comunque limiti di capacità e costi marginali crescenti che alla fine limitano il numero di centri di calcolo che possono costruire. Per questo la nuova frontiera, cioè il nuovo livello di astrazione, è “l’Intercloud”, la nuvola delle nuvole. Cioè la possibilità di coordinare tra loro le differenti Cloud di diversi fornitori, per rendere interoperabili i servizi e far scalare ulteriormente le risorse e la potenza di calcolo.
Il livello di complessità di questo traguardo, che è ancora da raggiungere, è enorme. Vuol dire ripensare il modo in cui sono strutturate le nuvole, inventarsi il modo in cui collegarle, far dialogare fra loro sistemi nati per essere in piena competizione e molto poco compatibili.
Insomma, niente di nuovo sotto il sole. Anche la nuvola sta diventando un mattoncino del lego digitale e gli informatici cominciano a progettare un oggetto digitale più complesso a un livello di astrazione superiore. Intercloud, la nuvola delle nuvole, è il livello superiore verso il quale andiamo.
17.8.11
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