OBLIVION È UN film di Joseph Kosinski. E poiché Joseph Kosinski si sta rivelando un registra particolarmente "visionario", un vero e proprio creatore di mondi, questo è il motivo principale per cui vi parlo di Oblivion.
L'idea parte da un soggetto-trattamento che Joseph Kosinski ha scritto al volo nel mentre che, dopo la laurea in architettura, cominciava ad occuparsi di grafica e animazione 3D. E rimaneva ad insegnare come assistente alla facoltà di architettura.
Questo alla fine è il motivo per cui si parla di Oblivion qui: perché Joseph Kosinski è un architetto. E, nonostante abbia un notevole talento cinematografico, ha anche una buona, profonda, ricca cultura architettonica. Che si traduce non solo nella cultura visiva bene educata (per quello basta anche leggersi per anni Domus e AD) ma proprio nella consapevolezza delle soluzioni, nelle scelte progettuali, nella definizione degli spazi e del loro potenziale uso.
Il linguaggio di fondo è quello dell'architetto, cosa che si traduce in un un film straordinariamente visivo ma anche "profondo", abitabile, cosa che per un film di fantascienza è abbastanza poco comune (avete mai pensato a come vivono sull'Enteprise o peggio ancora in un Destroyer di Guerre Stellari?).
Ci sono tre cose che funzionano molto bene dentro Oblivion, ed è merito delle scelte di Joseph Kosinski.
La prima è l'architettura e la scelta visionaria dei panorami, la potenza delle immagini e il modo in cui si legano assieme. Visivamente l'impatto è enorme. Dai panorami dell'Islanda alla casa in cima al pilone della coppia tecnico-comunicatore.
La seconda è la luce, e questo deriva dalla duplice scelta di Joseph Kosinski di fare un film di fantascienza "alla luce del giorno" (succede dai tempi di Jurassic Park, lo so, ma è per capirci) e poi di avere effetti "in camera", nella videocamera. Ad esempio, la luce nella casa - che è fatta da un architetto che insegue un sogno di gloria e si vuole misurare con Lloyd Wright - è straordinaria perché nel set la struttura è circondata da un gigantesco schermo circolare su cui sono proiettate vere riprese di tramonti e giorni e notti ad alta quota (altro vulcano islandese o simile).
La terza è la musica, che è molto presente e potente: Joseph Kosinski ha trovato l'equivalente di un nuovo Vangelis - che è il responsabile di buona parte del successo visivo di Blade Runner - nella duplice figura di Anthony Gonzalez degli M83 e l'arrangiatore di colonne sonore Joseph Trapanese. E il risultato è una colonna sonora potente e coinvolgente.
Sono rimasto molto, molto stupito da questo film. Che non è poi molto speciale come film di fantascienza e sembra piuttosto tratto da un fumetto: ci sono il solito Tom Cruise e l'oramai insopportabile Morgan Freeman, per dire. Questo problema di casting si potrebbe anche migliorare, visto che le due scelte femminili sono invece piuttosto azzeccate: Olga Kurylenko e soprattutto Andrea Riseborough hanno una interpretazione all'altezza. Una nota anche per l'ottimo Nikolaj Coster-Waldau, che però qui secondo me viene male impiegato.
Un film da vedere, in conclusione. Soprattutto perché è un film di Joseph Kosinski.
Ps: quasi dimenticavo. Luce, architettura, panorami, musica. Niente di tutto questo avrebbe senso se non ci fosse, pesante e bellissimo, il volo. Con la straordinaria Bubbleship. Che meraviglia! Ecco il senso e la poesia di questo film: volare nel cielo dentro la bolla di vetro!
Pps: e la piscina? Dio bòno, la piscina...
26.7.13
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