TRA POCHI GIORNI, meno di una settimana, Steve Jobs salirà sul piano rialzato del Moscone Center, prenderà posto davanti a un enorme schermo su sfondo nero, accanto a un tavolino con un computer e una seggiola (a sinistra del palco) e forse con un altro paio di tavolini e computer ma senza seggiola a destra. Inizierà il MacWorld di San Francisco edizione 2005. Già mi sembra di vederlo, come se fossi già arrivato nella città californiana, avessi già fatto la consueta gita a Cupertino a trovare i cuochi e gli altri amici italiani insediati nel cuore della Mela e la mattina avessi anche smaltito la coda per entrare nella sala del keynote del centro congressi più famoso della Silicon Valley.
Quest'anno si presentava come particolare e promettente per vari motivi: ottima annata di prodotti, ottime vendite, ottimi successi strategici, ottima performance in Borsa del titolo. Apple è in forma come poche volte nel suo trentennale passato. E' il momento di sferrare il colpo duro, quello rumoroso, con un lancio per il 2005 da far fischiare le orecchie.
L'ho pensato io e lo devono aver pensato in molti, però, perché se è vero che grazie al successo di iPod e MacOsX e iTunes Music Store e via dicendo Apple è tornata mainstram, anche quelli che creano rumors e ci speculano sopra stanno facendo un sacco di straordinari. Si sono inseguite una ridda di voci pazzesche, tali da generare aspettative che solo un incrocio tra Gandhi e Napoleone saprà non deludere il prossimo 12 gennaio.
Ne parla Bill Palmer diffusamente in vari modi e io mi accodo; in questa maniera, ragazzi, state distruggendo il giocattolo che si era rimesso miracolosamente a funzionare. E in maniera pure stupida...
5.1.05
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