19.3.07

300 e non uno di più

VISTO CHE C'ERA da ingannare un pomeriggio un po' sonnolento a Salt Lake City, sono andato al cinema. A dire il vero, un po' l'avevo programmato. Dopo tanto parlarne, ero curioso di andare a vedere 300 e vederlo in un multiplex americano, di quelli che ti senti afferrare dall'odore burroso di pop-corn quando stai per entrare. Missione compiuta, ne sono uscito da poco.

Com'è? Beh, un filmone, per così dire. Non un trattato di storia greca, di sicuro, e neanche un capolavoro d'autore. No, è una botta di effetti speciali, di situazioni epiche, di colori straordinari (bruciati, intensissimi, "sporcati"). Un pranzo senza limiti, direi.



Cose che mi sono piaciute: l'epica estrema, il senso della follia che aleggia negli occhi sgranati di Leonida e degli altri spartani, il genuino desiderio di fare tantissimo con tantissimi effetti speciali, seppur raccontando una storia senza dei o creature soprannaturali (se si eccettuano le dimensioni di Serse), la mancanza di una morale che non sia elementare (il coraggio di pochi contro la violenza di molti).

Cose che non mi sono piaciute: l'epica estrema, il bisogno di ripercorrere Gladiatore e l'estetica dei film sullo stile di Troy e Alexander, la totale mancanza di senso storico (ma dopotutto, per farsene di che?), la mancanza di una morale che non sia elementare. Un certo senso claustrofobico, come se tutto avvenisse su un set, anche le esterne.

Ecco, a ripensarci, le cose che mi sono piaciute e quelle che non mi sono piaciute sono simili. Alla fine, è un film di quelli che la domenica pomeriggio ci stanno proprio bene. Elementare quanto basta per non occupare che un paio di neuroni, ma veloce da farti uscire con la pupilla stanca per il continuo guizzare di tutto e di tutti. Indimenticabile il rosso cupo dei mantelli spartani e del sangue che schizza denso come un fegato spaccato. Perché questi film vanno benissimo? Perché raccontano storie semplici, con poche complicazioni, e restituiscono un po' di senso del meraviglioso al bambino che è in noi. Soprattutto se il cinema ha l'impianto Thx...

Qui l'hanno vietato per una mezza scena di sesso coniugale alquanto sfumata. Per la catasta di corpi sventrati, le gambe e i torsi che saltano via sotto i colpi di spada e via dicendo, non ci sarebbe stato problema. Da noi chissà come sarà.

ps: passi che le tecniche di combattimento sono tutte rifatte e imprecise da un punto di vista storico. Ma una cosa mi assilla: possibile che gli spartani facessero pesi in palestra con attrezzi Technogym? Certi muscoli solo con la ginnastica a corpo libero non è che te li sviluppi facilmente...

3 commenti:

Marco Calvani ha detto...

Molti difetti sono giustificati se si pensa che questo film prende spunto da un fumetto di Frank Miller. Da qui, la sua particolare estetica, da qui i corpi muscolosi da comics, da qui la sua scarsa attinenza storica. Spero di vederlo presto in Italia!

Anonimo ha detto...

Queste stesse considerazioni le avevo fatte anch'io quando mi hanno trascinata a vedere Troy, che da brava ex studentessa di liceo classico non ho apprezzato neanche un po' soprattutto per quello spirito di eroismo tipicamente americano che nulla ha a che vedere con lo spirito dell'eroe greco. Niente da fare: gli americani non hanno capito un tubo di quella cultura, come di tutto ciò che non è americano. Sarà presunzione? Vita

Anonimo ha detto...

Il film mi è sembrato decisamente ridicolo...e non solo a me...dalla sala emergevano continue risate, in particolare quando le scene volevano trasmettere maggior eroismo e crudeltà.