13.5.07

In meno di una settimana tre città e un barCamp...

OGGI PARTO PER Vienna, torno martedì e mercoledì vado a Valencia dalla quale torno venerdì all'ora di pranzo. Devo lavorare non poco anche con Milano, ma in compenso sabato mi catapulto a Firenze perché partecipo al barCamp (a me questa cosa che adesso tutti mettono le maiuscole a metà delle parole mi sta cominciando a far innervosire, però...) intitolato inCamp.

L'argomento che porterò come contributo a Firenze è: lo sviluppo sostenibile è comunicabile?. Ovvero, il problema della mia professione e più in generale di quelle della comunicazione rispetto al tema importante dello sviluppo sostenibile. Non è che sono un esperto di sviluppo sostenibile (non sono un esperto di niente, credo), ma il Giovane Autore che vive in me aveva scritto un libro sulle professioni della comunicazione e mi piace l'idea di incrociare questo tema con quello della sostenibilità. Magari ne viene fuori qualcosa di interessante.

Il barCamp inizia alle 11 di mattina di sabato prossimo e finisce alle quattro del pomeriggio, con altri interventi (Stefano Vitta e Cristiano Lucchi, per adesso) e chiacchierate varie. Se volete fare un salto, penso proprio che siate i benvenuti. Se volete lasciare riflessioni, idee e commenti sul tema di cui andrò a parlare là, qui lo potete fare.

Insomma: qualcosa deve cambiare e forse anche le "nonconferenze" possono servire, no?

Ah, è anche il mio primo barCamp, quindi sono pure un po' emozionato...

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Salve!!

Dopo l'incontro da lei gentilmente tenuto presso il mio liceo (Alessandro Manzoni), ho riflettuto a lungo su quanto da lei detto e ci tenevo a ringraziarla. Ad ogni modo non credo che farò giornalismo, nonostante scrivere sia, per me, una passione. Ma ho ancora un po' di tempo per decidere.. chissà...

Comunque, in bocca al lupo per il BarCamp!
Personalmente ritengo che queste ''non conferenze'' siano importanti, soprattutto per sensibilizzare l'opinione pubblica e affrontare argomenti importanti come lo sviluppo sostenibile. Tuttavia non so quanto possano essere concretamente utili, almeno per quanto riguarda questa questione. Qualcosa dovrebbe cambiare, è vero, ma è molto più comodo chiudere gli occhi è ignorare il prolema!

Cordiali saluti,
Chiara

Antonio ha detto...

Grazie,
penso anche io che i barCamp siano importanti (e che lo siano certamente alcuni argomenti in particolare, come questo).

Per lo scrivere e il lavoro che si vuol fare, se mi posso permettere: segua la sua passione. Dovrà passare talmente tanto tempo durante la sua vita con il lavoro che deciderà di fare... Dunque, che almeno sia quello che ama di più!

Ah, crepi il lupo...

Anonimo ha detto...

Ha indubbiamente ragione. Però bisogna anche tenere conto di tanti piccoli altri aspetti importanti. Non è un lavoro facile quello del giornalista, credo. E' un lavoro abbastanza precario. E' difficile entrare a lavorare per un giornale e, come ha detto lei stesso, pochi hanno l'onore di scrivere, mentre la maggior parte si occupa d'altro, come per esempio l'impaginazione. E, se scegliessi di fare giornalismo, sarebbe soltanto per poter scrivere. Poi c'è anche la questione economica. E' vero che bisogna optare in base alle proprie passioni, però credo che anche il fattore economico debba essere tenuto in considerazione.

Se non sono indiscreta posso chiederle perchè lei ha scelto questa professione e soprattutto come ha fatto a capire che era davvero questo quello che voleva fare?
Io ho molti dubbi su questo passo importante che è la scelta universitaria.. non riesco a prendere una decisione definitiva.. o forse ho solo paura di decidere..

Scusi.. sto sabotando il suo bel post!!

Anonimo ha detto...

Un giorno "qualcuno" disse che ogni persona, al mattino, dovrebbe guardarsi allo specchio e chiedersi: "Se oggi fosse l'ultimo giorno delle mia vita, vorrei fare quello che sto facendo?". Se la risposta iniziasse ad essere negativa per troppi giorni, ci sarebbe qualcosa che non va... :-)

Sì... alcuni non hanno nemmeno uno specchio davanti al quale piazzarsi al mattino per farsi la fatidica domanda...

Però come sempre è una semplice questione di riflessione.... RIFLETTERE, anche senza specchio.

Per quanto riguarda lo sviluppo sostenibile... ci penso e poi te lo comunico... :-)

Antonio ha detto...

Grazie Chiara e Riccardo.

Chiara: sono tutte decisioni difficili, lo capisco fin troppo bene. Non mi sta rovinando il post, comunque se vuole possiamo parlare via mail (il mio indirizzo è in alto a destra nel blog).

Riccardo: pensa veloce che non c'è mica tanto tempo...

Anonimo ha detto...

Allora, premetto di non essere nemmeno io un esperto di sostenibilità e nemmeno voglio dibattere la "sostenibilità" dello sviluppo sostenibile.

Lo sviluppo sostenibile è comunicabile? Lo sviluppo sostenibile per realizzarsi credo DEBBA essere comunicabile. Mi viene in aiuto l'etimologia di 'comunicare', da 'comune', cioè 'cum-munis', che indica l'obbligo ad una partecipazione collettiva.

Cos'altro necessita di partecipazione quanto un concetto come quello di sviluppo sostenibile?!
Già solo gli stessi termini 'sviluppo' e 'sostenibile' traggono enegria dagli insiemi e dagli sforzi comuni, sforzi che sostengono e sviluppano.

La comunicazione dovrebbe essere il vento che sparge il seme dello sviluppo e della sostenibilità, e si premura di innaffiarlo e farlo crescere.

Vedo lo sviluppo sostenibile come l'unione che fa la forza; un'unione comune, lontana dalla disgregazione.

Una squdra di paracadutisti in formazione, che comunicano fra loro tenendosi per mano l'un l'altro. E' importante non rompere la formazione, formazione che si sviluppa e si sostine con gli sforzi di ognuno...

Lo sviluppo sostenibile ha la sua forza nella comunicazione, ma forse anche la sua debolezza. Se ne parla poco. Di conseguenza non si sviluppa e non si sostiene.

Anonimo ha detto...

A proposito di sviluppo sostenibile ho visitato, un paio di giorni addietro, la mostra InCONTEMPORANEA/Numero Uno, ospitata nei locali sotterranei della Triennale. La mostra - appena chiusa - raccoglieva un insieme di installazioni sviluppate da diversi dsigners, singoli o apparteneti ad associazioni, sul tema dello spazio pubblico, il suo utilizzo e recupreo laddove l'abbandono ha lasciato le sue tracce, nonchè il suo sviluppo (sostenibile)nell'idea di poter preservarne la qualità e la funzionalità. Molto interessante il progetto Green Island 2007 di aMAZlab circa la rivalutazione della zona limitrofa alla stazione Garibaldi.
Se non ricordo male, fino al giorno 20, sarà pssibile vedere il plastico del progetto, nei locali situati al primo piano della stazione stessa.