4.12.08

Là dove nessun uomo era mai giunto prima

SONO PASSATI POCHI giorni dall'anniversario, che cadeva il 28 novembre, del primo volo transatlantico del Boeing 707. Non il primo aereo con motoria getto, ma sicuramente il capostipite dell'era moderna dell'aviazione, quella in cui stiamo vivendo ancora oggi. L'era del jet.

Era una domenica mattina del 1958 a New York, e 111 passeggeri stavano per attraversare l'Atlantico, con destinazione Parigi. All'aeroporto di Idlewild, oggi meglio conosciuto come JFK, al posto del consueto DC-7 (l'ultimo, grande quadrimotore prodotto negli anni Cinquanta) trovarono invece uno scintillante Boeing 707 della Pan Am World Airways.

Quei fortunati 111 passeggeri stavano per effettuare uno dei primi volti transatlantici con un aereo di linea con motori jet, capace di volare al di sopra delle turbolenze atlantiche e di compiere il tragitto in 7 ore anziché più di 13.

Il 707 messo in pista da Pan Am era il "Clipper America", registrato come N7-10PA, che stava per cambiare completamente il mondo del trasporto aereo. L'era del jet, tecnicamente era già iniziata con il Comet della de Havilland (1949), il Jetliner della canadese Avro (1949), il Caravelle della francese Sud Aviation, il Tu-104 della sovietica Tupolev, anche se la Avro non riuscì a commercializzare il suo Jetliner, il Caravelle arrivò dopo il 707 e sia il Comet che il Tu-104 non riuscirono ad avere quel successo che invece il velivolo della Boeing assicurò sia alla sua casa produttrice che alla tecnologia.

Gli aerei a jet erano e sono più capienti della maggior parte di quelli a pale e pistoni: portano più persone e quindi cominciarono a far calare il costo dei biglietti, aprendo la pista alla prima età del volo di massa che culminò nell'apice dell'introduzione del Boeing 747, nel 1971.

Con questa rivoluzione nacque anche il cosiddeto Jet Set, la classe sociale dei ricchi e benestanti che, sostituendosi alla "Café Society" dell'anteguerra, portarono l'esotismo delle destinazioni per il party perenne in tutto il mondo, oltre i ristretti confini nazionali.

Roma, Parigi, Londra e poi New York divennero città sempre più vicine. La Dolce vita di Fellini è nata a Roma (e Capri è divenne una località al centro delle mappe del jet set mondiale) grazie al jet che riusciva a paracadutare in tempi ragionevoli i ricchissimi americani o inglesi nel nostro paese. Emersero anche altre località straordinarie e mitologiche: le Bermuda, Cannes, St. Tropez, Portofino.

Ci volle lo shock petrolifero del 1973 per ridimensionare il fenomeno e, contemporaneamente, dare un colpo potenzialmente mortale al jet set del futuro, cioè quello che per contrapporti ai charter dei vacanzieri delle classi medie volava solo con il Concorde (per la cronaca, contribuì molto anche la gelosia degli americani, che sabotarono in tutti i modi le chance di successo del supersonico europeo dalle cui ceneri sono comunque nate Eads ed Airbus).

Nessuno si è ricordato di celebrare il primo volo commerciale del 707. Nessuno ha ricordato se non altro l'impatto del volo di linea pressurizzato (come già accadeva da anni) ma al di sopra delle nuvole e a velocità inimmaginabili. Nessuno ha ricordato quel cambiamento che, in sole 7 ore, ha proiettato le persone comuni, come me e come voi, oltre una barriera invisibile delle distanze. Cinquant'anni fa, appunto.

4 commenti:

Mauron ha detto...

Ciao Antonio, questa cosa del boicottaggo del Concorde da parte degli americani mi ha incuriosito veramente un sacco. Decisemante plausibile in effetti, on ci avevo mai pensato. Hai dei riferimenti, delle fonti? vorrei documentarmi :)
PS, che col testo scritto non si sa mai, eh: non sono ironico e non sto mettendo in dubbio quanto da te scritto, sono davvero curioso!

Antonio ha detto...

Si trovano informazioni sparpagliate da varie parti. Un buon inizio è la bibliografia di Wikipedia versione inglese e il passaggio sull'impatto ambientale: http://en.wikipedia.org/wiki/Concorde#Environmental_impact
Se ti serve altro, fammelo sapere!

Mauron ha detto...

Grazie della segnalazione, come sempre Wikipedia é ua fonte illuminante! :)

Anonimo ha detto...

Complimenti Antonio, davvero una splendida commemorazione di un volo memorabile...