
(Visto che questa è la terza sòla consecutiva che mi regalano i Contromano, ho deciso che da adesso evito di comprarli. Grazie anche a Mr. Sebaste)
Poi, altra cosa che non mi è piaciuta. Un brutto documentario che avrei preferito non vedere: Il corpo delle donne. Sfogo anti-televisivo pro-donna in opposizione alla femmina-resa-oggetto. Tutto in negativo tranne poco: Anna Magnani (le rughe che ci ha messo una vita a farsele), Pier Paolo Pasolini e la "faccia del vecchio" da onorare (citazione addirittura dal Vecchio testamento: il mitico e intellettuale Levitico). Per il resto, il compitino moraleggiante di uno studente delle superiori al quale hanno fatto registrare un po' di tivù a caso e rimontarla.
Trovare corpi di donna resi oggetto dalla televisione? Vedere il silicone, il modello di femminile totalmente estetico della dittatura dei corpi perfetti? I due autori parlano di distorsione plastificata dei visi senza vulnerabilità e senza pìetas, quella pìetas su cui poggia la coesione sociale, che ci porta - citando esplicitamente il "filosofo Galimberti" - a prestare attenzione "all'attualità della nostra persona" perché ci hanno invece insegnato che "apparire è più importante che essere". Verità profonde, riscoperte illuminanti. Siamo di fronte a una vera e propria "scelta etica", perché "è in gioco la sopravvivenza della nostra identità", pontificano i due autori. Un servizio di Porta a Porta sarebbe andato più in profondità.
"Giocare con i simboli e gli stereotipi prevede una consapevolezza tale che è molto difficile non restarne scottati", dicono i due simpatici documentaristi. Nel loro caso, la scottatura è un arrosto della ragione. Retorico, ripetitivo, povero di idee. Insomma, da non guardare.
6 commenti:
apprezzo la fedeltà alle proprie passioni negli anni...
grazie, aveva tentato pure me !
Diffido un pò dei titoli che iniziano col "Come..:".
Guardando in libreria i tavoli delle novità con certi polpettoni (saggi o narrativa) da 400 pagine minimo, parrebbe che il problema sia far "girare" le cartiere e le macchine da stampa. Parola di stampatore.
Massimo,
Sarei tentato di andare al salone di Torino....ma...
Il titolo lo hai suggerito tu a Sebaste?
Temo che l'idea della pigra panchina sia comune a tanti. Il problema è che ci sono cose da blog e cose da libro. Questa qua era decisamente una cosa da blog. L'idea della cartiera che corre dev'essere mica tanto lontana dal vero...
Sono certo che Melville, Kipling, Hugo, Mann e molti altri avessero il sacro fuoco di voler dire qualcosa di vero, nuovo, bello, profondo; invece certi contemporanei" che ti sparano lì a intervalli regolari le saghe di 400 paginazze mi danno sempre qualche sospetto...se poi ci fanno anche il film....
Posta un commento