26.3.11

La violetta del Prater (1945)

UN'OMBRA, LEGGERO E trasparente. Christopher Isherwood è stato un narratore fuggente, come fuggente fu buona parte della sua vita. Eppure lucido, intenso, sommessamente rivoluzionario. La violetta del Prater è un divertimento che in pochi attimi riesce a pennellare un'epoca. La Gran Bretagna all'alba dello scoppio della Seconda guerra mondiale, la più vana e futile delle attività: il cinema.

Proprio sul cinema, e su come si fa un film, Isherwood lascia scivolare in maniera aggraziata parole che rimangono. La sua carrellata di personaggi regge alla prova del tempo, lo studio dell'animo umano è fresco e mai banale. Una conferma che la nostra contemporaneità è spesso solo modernità arrivata in ritardo.

Money Quote: Un film è una macchina infernale; una volta accesa e messa in moto gira con una dinamica inarrestabile. Non può fermarsi. Non può chiedere scusa. Non può ritrattare più nulla. Non può attendere che si comprenda. Non può spiegarsi.

1 commento:

eustaki ha detto...

salve, sto publicando un post sul mio blog sulla violetta e mi sono imbattuto nel tuo. condivido quanto dici e ti saluto