CI SONO I registi simpatici, antipatici, quelli bravi, quelli tecnici, quelli veloci, quelli di mestiere, quelli furbi, quelli inetti, quelli stanchi, quelli strani. E poi c'è Terrence Malick. Che ha fatto pochi film, ne fa uno ogni sette-otto anni o giù di lì, produce solo capolavori (incluso The New World) ma poi quando li vedi esci strano, disturbato, stanco, indeciso, in qualche modo turbato da mille dubbi e da mille dolori che è stato in grado di veicolare e farti provare, e al tempo stesso da piccole gioie che ha saputo farti vedere. Già: i dolori te li fa provare, le gioie te le fa vedere.
Comunque, ieri sera ho visto The Tree of Life. Il più europeo dei film, con anime perse e una cosmogonia personale, straordinaria e al tempo stesso da baraccone. Sembra che dentro ci sia quasi tutto, poi ti accorgi che manca moltissimo, però ti resta tanto, veramente tanto.
Tra le cose da dire: si scopre che Malick lavora straordinariamente bene con i bambini, anche neonati, in modo originale e mai banale. Non è facile e non è comune vedere tanta naturalezza. E poi, nonostante i Brad Pitt (bravo) e i Sean Penn (intenso, meno bravo), è davvero notevole Jessica Chastain.
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