8.11.02

Citt�. Citt� di quarzo. Citt� di cemento. Citt� di legno. Sembrano differenti, ma stanno diventando uguali. Sottrazioni infinitesimali di quella citt� che portiamo tutti dentro. Che costruiamo ogni giorno con i nostri ricordi, i nostri viaggi, con le immagini del cinema e della televisione, con le foto delle riviste.

Anche i mesi di assenza, i libri che leggiamo, i racconti (sempre meno) che ascoltiamo. Tutto costruisce le citt�. La citt�

1 commento:

Anonimo ha detto...

"A Ersilia, per stabilire i rapporti che reggono la vita della città, gli abitanti tendono dei fili tra gli spigoli delle case, bianchi o neri o grigi o bianco-e-neri a seconda se segnano relazioni di parentela, scambio, autorità, rappresentanza. Quando i fili sono tanti che non ci si può più passare in mezzo, gli abitanti vanno via: le case vengono smontate; restano solo i fili e i sostegni dei fili.
Dalla costa di un monte, accampati con le masserizie, i profughi di Ersilia guardano l'intrico di fili tesi e pali che s'innalza nella pianura. E' quello ancora la città di Ersilia, e loro sono niente.
Riedificano Ersilia altrove. Tessono con i fili una figura simile che vorrebbero più complicata e insieme più regolare dell'altra. Poi l'abbandonano e trasportano ancora più lontano le case.
Così viaggiando nel territorio di Ersilia incontri le rovine delle città abbandonate, senza le mura che non durano, senza le ossa dei morti che il vento fa rotolare: ragnatele di rapporti intricati che cercano una forma."
[da "LE CITTÀ INVISIBILI" di Italo Calvino]