4.10.07

Il prezzo della cultura (i.e., 41 down, one to go)

LA PROSSIMA SETTIMANA uscirà il volume numero 42 e sarà finita. E io ancora non riesco a rendermene conto. Non perché sia passato quasi un anno da quando il Corriere della Sera ha iniziato a far uscire le sue "garzantine", le enciclopedie tematiche, ma perché me le sono comprate tutte.

Manca la seconda di Fiori e Giardino, ma abbiamo già passato fisica, letteratura, poesia, diritto, medicina... Un oceano di sapere congelato su carta. Mi sono chiesto più volte perché le ho comprate: se fate il conto, 42 volumi a 12,90 euro sono la bellezza di 541 euro e 80 centesimi (sigh!).

Perché me le sono comprate? Perché mi sono fatto un mutuo con rate da 51,60 euro al mese (per dire: ti danno un televisore da 32 pollici a schermo piatto, in quel modo) per le garzantine? Il punto è che nelle prime 41 settimane di vita dell'enciclopedia in casa mia non l'ho praticamente mai frequentata. L'ho accumulata e basta. E non ho mai visto niente svalutarsi altrettanto velocemente: se la volessi dare via probabilmente dovrei pagare chi se la viene a prendere. Ma la voglio dare via?



Il senso del possesso della cultura tramortisce. Ti immagini la sera a sfogliare le vecchie pagine dei libri pieni di informazioni importanti, ben sapendo nella parte razionale del cervello che invece sfrutterai la connessione veloce ad Internet e cercherai da tutta un'altra parte, in rete. Perché, allora?

Ci sono le bollette da pagare, l'affitto, le altre spese: non è che alla fine del mese ne rimangano tanti. E allora perché tutti questi soldi dietro ai prodotti dell'industria culturale, ben sapendo (lo studio lo vivo e lo scrivo persino nel mio lavoro) che solo di questo si tratta: una industria culturale, settore editoriale, popolata da signori con l'occhio legato ai conti economici e l'orecchio aperto ai genietti del marketing ("Alleghiamolo al giornale, distribuiamolo nel supermercato, mettiamo una donna nuda in copertina").

Non li conoscessi. Non sapessi quanto pagano chi scrive un libro, quanto coraggio (non) hanno e quanto invece apprezzino calciatori, motociclisti, veline, politici e giornalisti televisivi. Loro sì che scrivono bene, senza contare gli stupendi volumi dei comici televisivi, imprescindibili pilastri della cultura post-novecentesca.

Le garzantine, intanto, me le sono messe in camera, sugli scaffali di una piccola libreria-mobiletto che era rimasta vuota, accanto alla poltrona della nonna. Le guardo prima di addormentarmi. Sapere che pesano, che la vera cultura fa imbarcare il legno, un po' mi aiuta a prendere sonno meglio, con la testa più leggera. Posso sempre invitare qualche ragazza avvenente con l'allettante proposta di venire a vedere la mia collezione di sapere incapsulata in 42-dico-42 volumetti in brossura della Garzanti. Se funziona, mi sa che me la sposo. Temo infatti che siamo una specie a rischio di estinzione.

2 commenti:

Fiorenza ha detto...

8)

Glauco Silvestri ha detto...

Ne ho solo due... ma le comprai quando internet non esisteva ancora... :)