27.12.08

San Francisco (Be Sure To Wear Flowers In Your Hair)

SONO TRE GIORNI che in televisione continuo a vedere cose ambientate a San Francisco. Pazzesco. Si sono accorti che quella città mi manca da matti...



(Quasi dimenticavo il testo)

If you're going to San Francisco
Be sure to wear some flowers in your hair
If you're going to San Francisco
You're gonna meet some gentle people there

For those who come to San Francisco
Summertime will be a love-in there
In the streets of San Francisco
Gentle people with flowers in their hair

All across the nation such a strange vibration
People in motion
There's a whole generation with a new explanation
People in motion people in motion

For those who come to San Francisco
Be sure to wear some flowers in your hair
If you come to San Francisco
Summertime will be a love-in there

If you come to San Francisco
Summertime will be a love-in there

Pensierino natalizio: sono sessant'anni che non facciamo guerre

CON L'INELUTTABILITA' DI un cronografo a pila atomica, Natale è arrivato e se n'è andato. Adesso è quasi la volta del capodanno, poi ci si tuffa nel successivo 2009. Uno spasso. Ieri sera, reduce dalla due giorni di pranzi e dintorni, guardavo la televisione. C'era l'improbabile film di Nicole Kidman, Jude Law e Renée Zellweger (tra gli altri), cioè Cold Mountain. Non l'ho visto tutto (solo la prima e l'ultima mezz'ora). Al principio c'è la Battaglia del cratere (30 luglio 1864), una delle più sanguinolente (e vividamente rappresentate dal film) carneficine della guerra civile americana. All'improvviso ho avuto una illuminazione.

Quest'anno, come nel 2007 e nel 2006, c'è stato un crescente dibattito sul tema dei giovani e del ricambio bloccato. È un tema antico, da queste parti, e all'estero viene affrontato in vari modi. Parliamo adesso solo dell'Italia, però. L'idea è che i sessantenni e i settantenni (ma, pare, anche i cinquantenni) si sono inzeccati ben bene nei gangli della vita pubblica e del lavoro, e non intendono mollare il colpo. La durata della vita media aumenta, la pressione demografica dal basso cresce ma non trova sfogo. Non ci sono abbastanza posti di lavoro e abbastanza cariche per tutti.

Quest'anno si è ragionato, soprattutto per i noti fatti dei Ds, soprattutto dal punto di vista del ricambio politico, ma la cosa era stata affrontata anche dal punto di vista del lavoro e della vita più in generale. Per dire: i miei, che orbitano nella fascia dei settanta, hanno scoperto negli ultimi anni prima il computer e poi il computer portatile e adesso anche l'Adsl senza fili: fa un po' impressione vederli smanettare sui portatili, ascoltarsi la musica, girarsi le presentazioni natalizie in PowerPoint con tanto di musichetta. Segno dei tempi che cambiano.

Perché dicevo che quell'orrido polpettone di Cold Mountain (fumettone romantico-guerresco per soddisfare i palati femminili e maschili al cinema, massimizzando gli incassi a scapito di qualsiasi possibile pretesa artistica) mi ha fatto avere l'illuminazione? Il ragionamento è sulle generazioni, è molto semplice e in realtà già sfruttato e descritto in passato da menti più brillanti della mia (ma in questa fase di riflusso in cui sembra che nessuno sia andato oltre la terza elementare, parrà di sicuro originale). Il punto è che sono sessant'anni che non facciamo guerre.

Per fortuna, verrebbe da dire. Però c'è una piccola controindicazione. Le guerre sono come i salassi per l'organismo sociale. Allentano la pressione delle corti demografiche. È tragico (e cinico) osservarlo, ma ripuliscono il sangue del Paese da centinaia di migliaia, talvolta milioni di globuli rossi e bianchi, cioè individui. Finita la guerra, ci si ritrova in prevalenza solo con i vecchi e i bambini. I vecchi durano poco, i bambini crescono e si trovano subito sommersi di responsabilità e quindi di opportunità che altrimenti non avrebbero. Dopo una guerra, c'è chi deve mantenere una famiglia a quattordici anni, c'è chi s'inventa un mestiere o costruisce un'azienda, c'è chi viene subito assunto e trova spazio nel suo settore.

Invece, noi italiani non facciamo guerre da sessant'anni dopo 150 anni di sfaceli. La popolazione cresce da allora in modo "naturale", anzi aiutato da una medicina sempre più sofisticata. Anche la vita s'allunga e il problema è anche il grano (come diceva Malthus). Il risultato infatti è che crescono le pressioni interne della società.

Capiamoci bene: non chiedo una guerra che dia una spazzolata alla nostra gioventù debosciata. Ma probabilmente sarebbe stato meglio se avessimo lavorato con una certa attenzione a questa tendenza. Perché anche l'altro meccanismo di regolazione delle società (quello per il quale quando calano le guerre e aumenta il benessere automaticamente si figlia meno e quindi la società invecchia ancora di più e più rapidamente) non basta.

Ecco, questo è il mio pensierino natalizio. Così imparano a mettere in onda certi film, durante le feste.

23.12.08

Condorello natalizio

CONSUETO CAMBIO NATALIZIO alla conduzione del buon vecchio Condor (ah, bei tempi andati: ora c'è anche l'ottimo blog). Luca e Matteo vanno in vacanza (pure Ilaria e Valeria) e arrivano Gianluca, Cinzia, Laura ed Enrico. Come di consueto, dalle 16 alle 17 su Radiodue. Ah: partecipate numerosi allo scambio di calze befanizie!

22.12.08

Addio, infermiera Chapel

CHRISTINE CHAPEL, OVVEROSIA Majel Roddenberry, è scomparsa giovedì scorso a 76 anni. La donna, attrice ed ex moglie di Gene Roddenberry (il creatore di Star Trek, morto da tempo), aveva una parte che gli appassionati della serie classica non possono non ricordare. Era infatti l'infermiera Christine Chapel in STOS, ma anche l'ambasciatrice Lwaxana Troi (madre di Deanna) in Next Generation e vari altri spin-off inclusa la mitica serie animata degli anni Settanta. Alla fine, è l'unico interprete ad essere comparso in ogni incarnazione del franchise Star Trek.

21.12.08

19.12.08

Toyota

SECONDO BUSINESSWEEK, LA Toyota potrebbe segnare quest'anno la sua prima perdita sui 12 mesi. Oltre alla crisi, è il crollo dello yen sul dollaro a fare casino. Ma secondo il settimanale economico, non è detto che comunque succeda, perché l'azienda (a differenza degli americani) sta lavorando da tempo per contenere la crisi, eliminare gli sprechi e rilanciare in varie direzioni.

Comunque, se Toyota va in rosso anche di poco, interrompe una serie storica notevole: non era in perdita dal 1949.

18.12.08

Il secondo libro della Poetica by Lindsey Buckingham & Stevie Nicks

POCHI GIORNI FA parlavo dei Fleetwood Mac e del motore di emozioni che i due membri che si sono aggiunti in un secondo momento (il 1975) rispetto alla fondazione della band (il 1967) hanno saputo generare. Ebbene, sia Lindsey Buckingham che Stevie Nicks - che stavano insieme da tempo e avevano già lavorato in un'altra band - subito prima di essere "scoperti" da Mick Fleetwood avevano realizzato un album. Si chiama Buckingham Nicks ed è diventato una specie di Gronchi rosa del mondo discografico. Stampato in vinile con tirature modeste, i diritti delle sue canzoni erano stati poi acquistati dai suoi due autori che si sono finora opposti alla realizzazione di una versione in Cd od online. Il risultato è che non esiste, a parte il vinile praticamente introvabile, nessun'altra edizione ufficiale.

Per curiosità l'ho cercato, trovandolo (mamma Internet!). E mi sono apprestato ad un ascolto timoroso, perché di solito quando ti dicono e ti scrivono che si tratta di un disco semi-sconosciuto ma importantissimo ed estremamente influente, un pezzo di storia perduta, il secondo libro della Poetica di Aristotele, insomma il Grande Capolavoro Dimenticato, di solito è una ciofeca. Ebbene, qui lo dico ufficialmente: se vi piacciono i Fleetwood Mac di Rumors, il precedente Buckingham Nicks è un capolavoro totale: divertente, inventivo, fresco, rigoroso. In una parola dotata di punto esclamativo: Wow!

(Per darvi un'idea)

17.12.08

One last thing...

DOPO TRE GIORNI di pioggia ininterrotta stanotte ha smesso e stamani Milano si è svegliata sotto un cielo con colori da film di fantascienza (anche un po' horror, a dire il vero). Sembra che l'enorme astronave aliena sia parcheggiata appena sopra le nuvole, le colori di metallo, di ocra e di giallo, in attesa di iniziare a bombardare il suolo per poi procedere all'invasione. Questo per dare un'idea del clima quando stamani, bevendo il caffè, ho cominciato a vedere la posta e i siti web di informazione. Scoprendo che il Macworld di questo gennaio sarà l'ultimo e non ci sarà Steve Jobs.

Non ho la più pallida idea del perché abbiano preso questa decisione: può essere per la crisi economica, per una nuova strategia di comunicazione oppure perché Steve Jobs non ce la fa neanche a scendere dal letto. Chi può dirlo? Non guardo avanti ma cerco di rimettere insieme un po' di ricordi e di emozioni. A partire da questo, controverso pezzo, intitolato Mac Pride, che fu una prova generale del 2006 prima di iniziare a scrivere il mio libro su Apple.

Al Macworld negli anni sono andato per lavorare e ho scoperto che, insieme a buone notizie, sono riuscito anche a trovare buoni amici, a divertirmi, a muovermi con crescente disinvoltura in un ambiente che, ogni volta che si stava lì, aveva l'intensità dei momenti speciali. In qualche modo, negli ultimi cinque o sei anni, il Macworld di San Francisco è diventata una abitudine piacevole come la maggior parte di quelle legate alle feste invernali (a me il Natale non deprime ma anzi piace, che ci posso fare?). Un happening che ogni anno si rinnovava, un momento per ritrovare una comunità speciale e celebrarlo insieme (quella di un giornalista è sempre osservazione partecipante).

Adesso, siccome tutto deve finire, bello o brutto che sia, andiamo avanti. Questo Macworld che viene sarà un Macworld a cui è ancora più importante esserci per vedere com'è quando finiscono le cose (e per cercare di capire meglio cosa sta succedendo). E poi ci saranno altre cose, più avanti. Come sempre. Namasté Macworld: Addio e grazie per tutto il pesce.

16.12.08

Tempi interessanti

IN QUESTI GIORNI James Surowiecki, autore di un gran libro tra le altre cose, scrive un pezzo sul New Yorker su quel che sta succedendo e succederà a giornali americani (e di rimbalzo, nel resto del mondo). Sostenendo la teoria che alla fine "There are many possible futures one can imagine for [newspapers], from becoming foundation-run nonprofits to relying on reader donations to that old standby the deep-pocketed patron.".

Ancora, c'è emozione nell'aria per il pezzone del Wall Street Journal, molto suggestivo ma anche molto lontano dal vero, che Google stia attaccando la net neutrality (il diritto di uguaglianza per tutti i bit che girano su Internet), argomento ripreso tra gli altri da Massimo in Italia (tra l'altro, complimenti per il nuovo template!). Viene confutato da molti, su basi diverse. Tra tutti, in maniera molto articolata da David Isenberg. Che conclude con una fantastica serie di "disclosure" (spiegazioni spontanee di possibili conflitti di interesse dell'autore di cui il lettore potrebbe non essere a conoscenza) tra cui una assolutamente fulminante.

Money quote: Even further disclosure: Chris Rhoads, one of the authors of the WSJ story, once took me out to lunch, and I've had several cordial phone calls with him since then, but I think he did a crappy job on this story. Chris, you blew it. Completely.

Macworld alle porte: le indiscrezioni

RICAPITOLIAMO COSA SUCCEDERA' il 6 gennaio, che oltre ad essere l'Epifania è anche la data in cui quest'anno Steve Jobs salirà sul palco del Moscone Center a San Francisco per l'annuale appuntamento con il popolo di Apple.

Il primo e più consistente "rumor" è quello che Steve Jobs non ci sarà. A dargli gambe è la mancanza del consueto annuncio (che in effetti arriva tardi, ma raramente così tardi) che il co-fondatore di Apple dalla salute traballina (si è operato di un tumore nel 2004 e da allora è decisamente smagrito) tenga il suo keynote la mattina californiana di martedì.

Se non ci fosse davvero Steve Jobs vorrebbe dire che Apple non ha più fiducia in questa edizione 2009 a causa della congiuntura (dopo che varie aziende hanno detto no quest'anno per via della crisi, tra le quali spiccano Belkin e Adobe), oppure che Jobs sta davvero male.

Dei prodotti di cui si fantastica c'è il Mac mini seconda versione, con capacità più orientate al multimedia, oppure una nuova Apple Tv con nuovo modello di business e soprattutto nuovo hardware (processori più potenti e ipotetico sintonizzatore-registratore tv). Si parla sempre anche dell'unicorno: mezzo iPhone e mezzo netbook. Cioè un piccolo portatile (MacBook nano) che potrebbe addirittura avere il sistema operativo dell'iPhone (MacBook touch) o comunque lo schermo touch con tecnologia analoga a quella dell'iPhone.

Infine, il lancio di una nuova linea di iMac (anche se quelli di oggi non sono poi così vecchi). Verrà presentato quasi sicuramente Mac Os X 10.6 "Snow Leopard", che è il miglioramento previsto di Mac Os X 10.5 "Leopard", forse anticipato alla fine del primo trimestre. A questo si dovrebbe aggiungere anche la nuova versione di iLife (la suite di applicazioni per la casa con iTunes, iPhoto, iWeb etc) e iWork (con un nuovo software per la produttività, in ambito multimediale). Ecco, poi vediamo cosa succede tra qualche settimana, magari prima aggiornando con i nuovi rumors.

Intanto, un consiglio: andate a vedere questa gallery con i disegni di vecchi e nuovi brevetti di Apple: spettacolare.

15.12.08

Garry B. Trudeau

LEGGERMENTE IN RITARDO (è quasi Natale!!!), ecco come ogni domenica Doonesbury

14.12.08

Dreams

VE LI RICORDATE i Fleetwood Mac? E ve lo ricordate il disco del 1977, Rumors? Una casa notevole. Nella formazione di quell'album c'erano due nuove entrate: il chitarrista Lindsey Buckingham e la sua compagna di allora Stevie Nicks. Due talenti che hanno fatto un pezzo della storia dei Fleetwood Mac. Come in questa Dreams.



In realtà, la coppia è poi esplosa. Ma in maniera spettacolare: sono stati loro, e le canzoni che si scrivevano per parlarsi sul palco, l'ingrediente magico per la chimica dei Fleetwood Mac. Un sito storico che racconta, con virgolettati presi da 15 anni di articoli di giornale, la storia di Stevie&Lindsey. The Truth Behind The Rumors

13.12.08

Neve a Milano

GIUSTO PER RICORDARCI com'era il tempo fino a qualche giorno fa da queste parti...

Alitalia: il costo della trasformazione?

COSA STA SUCCEDENDO ad Alitalia?

Money quote: Si vive con la paura, il clima è pesante. In volo e nei trasferimenti, non si parla d'altro. Le regole, intanto, sono già cambiate. Non c'è ancora un nuovo accordo contrattuale, ma Alitalia (ormai eterodiretta da Cai) applica criteri molto più pesanti: "Utilizzano gli standard minimi europei - spiega A. U. - , quelli al di sotto dei quali non possono volare senza perdere le licenze. Sugli MD80 e sugli Airbus 320 si vola anche con due o tre persone in cabina. Prima eravamo in quattro. Sono livelli da compagnia 'low cost', non da compagnia di bandiera...".

Money quote: Chissà quanto è pesata la paura del futuro e dell'ignoto nelle scelte estreme di B.B. una hostess romana di 39 anni e di F. P. una sua collega genovese. Entrambe si sono suicidate nel giro di una decina di giorni (il secondo caso è dell'altro ieri). Nessuno osa collegare direttamente i loro gesti con la crisi della compagnia, ma tutti, parlandone a bassa voce tra un volo e l'altro, fanno ragionamenti tanto ovvi quanto agghiaccianti: "Ne discutevamo ieri con dei colleghi - racconta A. U. - Ci guardavamo, cercavamo di capire. E' vero, nessuno può dir nulla di quello che succede nella testa e nel cuore di una persona... di quello che ti porta a una scelta così. Ma tutti eravamo d'accordo che se uno ha dentro una grossa fragilità, una sofferenza, un dolore personale; se uno sta male, tutto questo che sta accadendo a noi e intorno a noi può diventare una spinta importante, se non determinante a un gesto così grave e terribile". Oltre, nessuno si sente di andare, ma qualcuno dovrà cominciare a pensare se due suicidi in dieci giorni in una categoria di poche migliaia di persone unite da un destino drammatico, sono ascrivibili alla normalità.

11.12.08

Il carpiato più bello è quello che devi ancora fare

MI MANCA UN po' di volare, se devo essere sincero. Qualche aereo l'ho preso negli ultimi 12 mesi, ma poca roba: San Francisco, Londra un paio di volte, Zurigo, Lisbona e un altro paio di posti. Nonostante i numerosi carpiati da competizione che il Giovane Autore ha compiuto quest'anno 2008 (noterete i contributi nell'istant book di cui sotto, in un volumetto che ancora deve uscire e nella seconda edizione arricchita e migliorata di Emozione Apple, più altre varie ed eventuali), alla fine per me la cosa bella è assopirsi in quota mentre il mondo ti scorre sotto ronzando.

Qual è il fascino del volo? Boh, non saprei dire: provate a guardare la foto, magari lì c'è qualche indizio. Comunque, l'anno che verrà è sconosciuto ma una cosa posso dirla: sarà comunque pieno di carpiati sorprendenti; come sempre...

Il fenomeno Facebook

FINO ALLA FINE dell'anno in edicola si trova l'instant book di Nova-Il Sole 24 Ore su Facebook. Da non farselo scappare...

10.12.08

Aiuti di stato

APERTURA DELLA PAGINA di economia del Wall Street Journal di oggi tutta dedicata al Parmigiano di stato. Il governo italiano decide di aiutare infatti i produttori di formaggio e compra centomila forme di parmigiano reggiano per donarle in beneficienza. La notizia nei quotidiani italiani latita...

Money quote: SALSOMAGGIORE TERME, Italy -- The world is bailing out banks and car companies. Italy is coming to the rescue of parmigiano cheese.

In an effort to help producers of the cheese commonly grated over spaghetti, fettuccine and other pastas, the Italian government is buying 100,000 wheels of Parmigiano Reggiano and donating them to charity.

Though demand for parmigiano is strong in Italy and abroad, producers have been struggling for years to make money, putting the future of Italy's favorite cheese at risk.

Bastava aspettare quei cinque minuti...

HO FATTO LA "bianca" a Firenze (sarebbe la cronaca cittadina, politica compresa) per sette anni. Poi mi sono rotto le scatole. L'idea di traversare Ponte Vecchio un'altra volta per andare a seguire il consiglio comunale o provinciale, le corse in radio o al giornale per raccontare di tizio o di caio, le dichiarazioni insulse dei soliti quattro signorotti locali, mi stavano tirando scemo. È che quando ero al liceo tizio e caio o facevano già politica o studiavano insieme a me. E poi erano sempre loro, i soliti tizio e caio, che negli anni continuavano a far politica, movimenti, salotti e girotondi.

M'è, insomma, venuta la sindrome del pendolare: la vita è un viaggio e anche breve. Non volevo fare avanti e indietro sempre alla solita ora, trovando sempre la solita gente nello scompartimento, peraltro pure angusto. Così, a ridosso del millennio nuovo, ho alzato i tacchi.

Adesso mi viene un ripensamento: bastava aspettare altri otto o nove anni per passare qualche settimana spassosa nell'attuale fase pre-elettorale. Capi e capetti che ruzzolano giù dalla torre d'Arnolfo, scenate e incatenamenti, minacce e intercettazioni. Di tutto di più. Di piccinerie non se ne risparmia nessuna, di trombati pare s'ingrossino le fila. C'è il solito rapporto malsano con Roma che spacca la sinistra (sai che novità) e c'è la solita destra che sta per candidare il consueto impresentabile.

Ci sono però anche cose divertenti. Ad esempio, ci sono i miei coetanei (o poco più) che non riescono più a tenersi all'idea che i vecchioni del partito finiscano in soffitta, e si sentono che stanno per acchiappare la sospirata cadrega. Te li vedi scalpitare, vestiti come bancari dell'ottocento, sospesi tra una festa di popolo e una comunità virtuale, mentre già assaporano i patti col diavolo che gli sembra di aver firmato per arrivare in cima alla torre d'Arnolfo. Uno spasso.

Io a Natale torno a casa, mi compero i brigidini e mi metto seduto a guardare quel che succederà. Mi sa tanto che ci sarà da divertirsi.

8.12.08

Effetti collaterali: bocca secca e poco altro

CIRCOLA UN "PROVOCATORIO" studio che suggerisce a tutti - con tutti si intendono tutti quelli "sani" - di prendere il Ritalin. Perché così il cervello viaggia più veloce: un "turbo" per il lavoro o la scuola (dalle medie all'università). Ritalin è uno dei nomi commerciali del Metilfenidato, un simpatico stimolante usato da chi soffre di narcolessia, sindrome da affaticamente cronico e anche postumi della chemioterapia da tumore. Gli effetti collaterali? Poca roba, verrebbe da dire dopo aver letto il bugiardino della sostanza in questione:

Money quote: Reported methylphenidate side effects include psychosis (abnormal thinking or hallucinations), difficulty sleeping, mood swings, mood changes, nervousness, stomach aches, diarrhea, headaches, lack of hunger (leading to weight loss), gum and skin bleeding, dry mouth, and irritability. Less common side effects include palpitations, high blood pressure and tachycardia.

7.12.08

Parcheggiando a New York

SE TRA NATALE e Capodanno andate a New York noleggiando una macchina (oppure in qualsiasi altro momento, oppure siete solo curiosi), il NYTimes ha pubblicato il suo consueto resoconto delle multe per divieto di sosta nella città degli ultimi 12 mesi (da luglio a luglio). Si scopre così che, dei quasi due milioni di contravvenzioni elevate, alcune sono finite in tratti di strada davvero "caldi". Come la West 40th St. nel pezzo tra la Settima Avenue e l'Ottava: 5.567 multe in 365 giorni (fanno più di 15 multe al giorno). E via dicendo.

Piacerebbe, of course, che anche dalle nostre parti qualche giornale si mettesse al lavoro per fare un lavoretto del genere. Ma forse è chiedere troppo...

Domenica di Sant'Ambrogio

MA NON MANCA il buon vecchio Doonesbury di Garry B. Trudeau

4.12.08

Là dove nessun uomo era mai giunto prima

SONO PASSATI POCHI giorni dall'anniversario, che cadeva il 28 novembre, del primo volo transatlantico del Boeing 707. Non il primo aereo con motoria getto, ma sicuramente il capostipite dell'era moderna dell'aviazione, quella in cui stiamo vivendo ancora oggi. L'era del jet.

Era una domenica mattina del 1958 a New York, e 111 passeggeri stavano per attraversare l'Atlantico, con destinazione Parigi. All'aeroporto di Idlewild, oggi meglio conosciuto come JFK, al posto del consueto DC-7 (l'ultimo, grande quadrimotore prodotto negli anni Cinquanta) trovarono invece uno scintillante Boeing 707 della Pan Am World Airways.

Quei fortunati 111 passeggeri stavano per effettuare uno dei primi volti transatlantici con un aereo di linea con motori jet, capace di volare al di sopra delle turbolenze atlantiche e di compiere il tragitto in 7 ore anziché più di 13.

Il 707 messo in pista da Pan Am era il "Clipper America", registrato come N7-10PA, che stava per cambiare completamente il mondo del trasporto aereo. L'era del jet, tecnicamente era già iniziata con il Comet della de Havilland (1949), il Jetliner della canadese Avro (1949), il Caravelle della francese Sud Aviation, il Tu-104 della sovietica Tupolev, anche se la Avro non riuscì a commercializzare il suo Jetliner, il Caravelle arrivò dopo il 707 e sia il Comet che il Tu-104 non riuscirono ad avere quel successo che invece il velivolo della Boeing assicurò sia alla sua casa produttrice che alla tecnologia.

Gli aerei a jet erano e sono più capienti della maggior parte di quelli a pale e pistoni: portano più persone e quindi cominciarono a far calare il costo dei biglietti, aprendo la pista alla prima età del volo di massa che culminò nell'apice dell'introduzione del Boeing 747, nel 1971.

Con questa rivoluzione nacque anche il cosiddeto Jet Set, la classe sociale dei ricchi e benestanti che, sostituendosi alla "Café Society" dell'anteguerra, portarono l'esotismo delle destinazioni per il party perenne in tutto il mondo, oltre i ristretti confini nazionali.

Roma, Parigi, Londra e poi New York divennero città sempre più vicine. La Dolce vita di Fellini è nata a Roma (e Capri è divenne una località al centro delle mappe del jet set mondiale) grazie al jet che riusciva a paracadutare in tempi ragionevoli i ricchissimi americani o inglesi nel nostro paese. Emersero anche altre località straordinarie e mitologiche: le Bermuda, Cannes, St. Tropez, Portofino.

Ci volle lo shock petrolifero del 1973 per ridimensionare il fenomeno e, contemporaneamente, dare un colpo potenzialmente mortale al jet set del futuro, cioè quello che per contrapporti ai charter dei vacanzieri delle classi medie volava solo con il Concorde (per la cronaca, contribuì molto anche la gelosia degli americani, che sabotarono in tutti i modi le chance di successo del supersonico europeo dalle cui ceneri sono comunque nate Eads ed Airbus).

Nessuno si è ricordato di celebrare il primo volo commerciale del 707. Nessuno ha ricordato se non altro l'impatto del volo di linea pressurizzato (come già accadeva da anni) ma al di sopra delle nuvole e a velocità inimmaginabili. Nessuno ha ricordato quel cambiamento che, in sole 7 ore, ha proiettato le persone comuni, come me e come voi, oltre una barriera invisibile delle distanze. Cinquant'anni fa, appunto.

2.12.08

British Airways e Qantas, possibile la fusione

PARE CHE SIA possibile una fusione tra British Airways e Qantas. Le due compagnie sono legate anche da un precedente storico: Qantas e Imperial Airways - l'antenato di British - negli anni '30 avevano dato vita a Qantas Empire Airways, anche se poi la compagnia venne nazionalizzata nel secondo dopoguerra.

La compagnia venne nazionalizzata, tra l'altro, di nuovo come Qantas, cioè Queensland and Northern Territory Aerial Services. Da qui il nome - che è una sigla - e questo il motivo per cui non c'è la "u" in Qantas.

La possibile fusione di oggi somiglierebbe di più a quello che è successo con Air France e Klm, cioè doppio nome e soprattutto doppio listing. Si tratta di un precedente non nuovo: altre operazioni del genere stanno avvenendo e la stessa British sta portando avanti simmetricamente con Iberia e con American Airlines. La predizione, simmetrica a quella fatta per il mercato dei produttori di automobili, è che in un decennio o giù di lì rimarranno davvero poche grandi compagnie globali. British a quanto pare vuole essere una di queste.

Tra le altre cose, nonostante tutte le cronache di segno diverso che si leggono sulla possibile alleanza Cai(Alitalia)-Air France-Klm oppure Cai(Alitalia)-Lufthansa, a me un uccellino continua a dire che alla fine sarà British a spuntarla dalle nostre parti. Ammesso che resti qualcosa da spuntare.

Emozione Apple 2.0

CI SIAMO: È arrivata nelle librerie la seconda edizione ampliata del mio bimbo di carta preferito, Emozione Apple. Il Giovane Autore barrisce felice, dopo la nuova avventura.

Una sobria introduzione:

Emozione Apple è il più completo reportage finora pubblicato sui segreti della storia di Apple, l'azienda che produce Mac, iPod e iPhone. Antonio Dini, giornalista del Sole 24 Ore, ha incontrato i protagonisti di Apple e delle principali aziende hi-tech, raccogliendo le informazioni necessarie a raccontare un caso unico: quello di Apple, del suo fondatore Steve Jobs e dei suoi appassionati fan di tutto il pianeta. Una lettura avvincente che vi trasporta nel cuore della nuova controcultura digitale e dei neo-miliardari della Silicon Valley. Il successo del libro ha visto esaurire la prima edizione in pochi mesi; nella nuova edizione "2.0", sono state aggiunte numerose parti sulle ultime novità della storia di Apple: dall'arrivo in Italia dell'iPhone 3G ai segreti dei nuovi prodotti di Apple, presentati poche settimane fa. Il libro è già in distribuzione nelle principali librerie.

Qui pare lo si possa comperare anche con un pelo di sconto.

1.12.08

JCVD

MABROUK EL MECHRI è un giovane (32 anni) regista francese di origine algerina. Un genio, in qualche modo. Ha fatto questo film, JCVD, che adesso mi vedo e che pare sia una bomba. Lo hanno proiettato in anteprima a Cannes, a Toronto e a Roma a novembre, ma ancora non dovrebbe essere nelle sale. È la storia di Jean-Claude Van Damme tra realismo biografico e fantasia, un po' Essere John Malcovich e un po' va scoperto. Ma lo vedete che volto strepitoso che ha nel poster qui sotto? JCVD già sembrava un cartone animato di suo, adesso sembra Daffy Duck dopo che le ha buscate nella rissa con Bugs Bunny...