26.1.11

Cyborg 2 (1993), Hackers (1995), Salt (2010)

ANGELINA JOLIE NON ha fatto solo Salt, l'ultimo polpettone thriller e amarognolo che sorprende, scopiazza (soprattutto da Alias) e lascia ammaliati dalla quantità di plastica che il cinema è in grado di sostituire alla realtà. Invece, Angelina Jolie ha fatto un sacco di altre cose prima, fra cui un paio di Tomb Raider (che è tutto dire, lo so!). Ma ha anche avuto degli esordi che vale la pena di riscoprire, perlomeno per vedere com'era prima che la plastica se la mangiasse viva, coprendo persino parte delle miniature e dei tatuaggi che la affollano.

Cyborg 2 (seconda parte di una allucinante trilogia che ridefinisce in peggio l'idea stessa di "B" movie) era il suo vero film d'esordio. La fantasia malata del regista (un fortunatamente dimenticato Michael Schroeder) cerca di superare l'altrettanto atroce Cyborg 1 con Jean Claude van Damme. Me li sono presi entrambi, più anche il terzo capitolo della saga, nel quale anche i caratteristi sono scomparsi nel niente. La Jolie nel secondo capitolo della saga recita se stessa che recita se stessa che recita, più o meno, la stessa parte di donna "tosta" da sempre. Il personaggio però qui si sovrappone alle caratteristiche fisiche di allora che sorprendono: il fisico è più esile e sgraziato rispetto a oggi, anche se sicuramente molto atletico, ma anche singolarmente fragile. Caratteristica quest'ultima che a dire il vero ricomparirà anche in Salt: polsi fini e avambracci lunghi, sottili. Oggi però cambia l'impostazione fisica e non solo a causa dell'età: Angelina Jolie viene "corretta" vent'anni dopo con palestra, ritocchi estetici, vestiti ad hoc. C'è studio e ci sono investimenti faticosi, oltre che predisposizione.

In Cyborg 2 Angelina Jolie (che non ama questo suo esordio sul grande schermo e preferisce non parlarne) fa in realtà da spalla a un buon Elias Koteas, attore sottoutilizzato ma di buona qualità non solo fisica, e singolarmente somigliante al più noto Christopher Meloni di Law & Order: Special Victims Unit (il detective Elliott Stabler). Stesso ruolo da "compagna dell'eroe" anche per Hackers, opera più interessante come spaccato sociale sul mondo degli adolescenti che usano il computer in modo "pericoloso" e straordinaria testimonianza dell'immaginario informatico hollywoodiano. Ben documentato in realtà per gli aspetti "etnografici", anche se la storia è quella che mio padre definirebbe "la solita americanata", Hackers ruota attorno a Dade "Zero Cool" Murphy (Jonny Lee Miller, noto soprattutto per Trainspotting) e al suo complesso da eroe solitario. Zero Cool sconfigge l'hacker cattivo della multinazionale, redime il suo passato, coccola gli amici e soprattutto conquista la bella ragazza, cioè un'Angelina Jolie ancora più "dark" e dedita all'uso del computer anziché dei muscoli.

Il fascino di Zero Cool è talmente forte che non solo fa innamorare l'hackeressa, ma anche la stessa Jolie, che si sposa l'attore Jonny Lee Miller: il matrimonio durerà quattro anni e marcherà una fase della carriera e della vita della Jolie, anzi segnerà l'inizio della fine della sua fase giovanile. Angelina Jolie Voight (questo il suo nome completo) farà altri film "secondari", continuerà a perseguire una carriera da attrice indipendente nonostante il pedegree hollywoodiano di tutto rispetto: il padre è Jon Voight, la madre Marcheline Bertrand, lo zio il cantautore Chip Taylor, il fratello è l'attore James Haven e i suoi padrini (in senso religioso, del battesimo) sono Jacqueline Bisset e Maximilian Schell.

Hackers, a differenza di Cyborg 2, si fa guardare e a tratti è anche divertente, sicuramente infantile. La "scena" newyorkese dei giovani geni è comunque simpatica: i ragazzi frequentano uno dei due licei per fenomeni della matematica, la Stuyvesant High School (anche se nella finzione viene chiamata Stanton High School) e si respira un'aria come in WarGames, con Matthew Broderick, di un decennio prima (per la precisione il 1983).

Riguardando questi due vecchi film subito dopo quest'ultima fatica di Angelina Jolie, cosa s'impara di più su questa attrice che è riuscita, sia nella vita professionale che in quella personale (oggi si parla delle adozioni e di Brad Pitt rubato a Jennifer Aniston, ma ieri c'era in pista anche il secondo ex marito, il folle Billy Bob Thornton), a fare rumore, molto rumore? C'è la stoffa, la qualità umana e professionale, il talento? Angelina Jolie è probabilmente plastica pura e pure molto tatuata, ma il nocciolo di verità congelato venti e più anni fa rimane. Non tantissima cosa, ma comunque interessante, non banale: è sicuro se non altro che ardeva con intensità, allora come adesso. Lei continua a recitare sempre il solito personaggio, sia nel lavoro che per un periodo nella vita, in cui ho la sensazione entro certi limiti creda davvero. Lei si sente sul serio un'eroina dark, capace di vivere al massimo, divisa tra una borghesissima vita familiare e lo stardom più estremo. E i suoi polsi, così fini, e gli avambracci, così lunghi e sottili, qualcosa vorranno pur dire.

Ps: se cercate su internet una foto di Angelina Jolie in cui non sembri un oggetto sessuale di plastica, buona fortuna. Al massimo la trovate su Wikipedia. Ma proprio al massimo, eh.

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