Ora, tra qualche settimana/mese, ci attende la stessa operazione con i dieci film di Star Trek. Quelli però li spalmiamo in una due-giorni...
Quello che non scrivo per gli altri, lo scrivo per tutti
PARE CHE UNA sera come questa (per me è ancora il 27) io abbia raggiunto il traguardo delle 75mila miglia necessarie a confermare lo status di Freccia Alata per il programma MilleMiglia di Alitalia. E siccome, a norma di regolamento, il suddetto status - che durerà sino al 31 dicembre 2007 - entra in vigore il primo giorno del mese successivo al raggiungimento della predetta soglia, mancano ancora tre o quattro giorni (a seconda dell'angolo dal quale si considera la cosa).
MI VIENE IN mente adesso, qualche settimana dopo (ma non mi pare proprio che altri l'abbiano scritto). Però, se durante il periodo degli "spioni" di Telecom si fosse usato il VoIP attraverso le reti a banda media e larga (banalmente, Skype anziché il telefono normale), visto che le telefonate VoIP sono crittate, penso che l'impatto dell'argomento nelle prime pagine dei giornali sarebbe stato ben più limitato.
DOPO QUATTRO ANNI che entro dentro il Virgin Megastore di San Francisco, salgo al secondo piano e con passo affrettato arrivo d'appresso alla scaffalatura dei Dvd tratti da serie televisive per fermarmi incantato davanti a Shogun, il mitico sceneggiato Tv in dieci puntate con Richard Chamberlain (Uccelli di Rovo e prim'ancora Dottor Kildare), tratto da uno dei romanzi di James Clavell, adesso tutto è cambiato.
Mentre Jennings è stato un amore che inizia molto lontano – avrò avuto al massimo 13-14 anni quando misi le mani sul primo volume che ho letto, l'Azteco –, Clavell tutto sommato è arrivato dopo, nel pieno dei miei vent'anni, ma con altrettanta e devastante forza. Medio Oriente, poi Estremo Oriente, Hong Kong, Shanghai, il Giappone dei samurai. C'è tanta delle mie luci e dei miei colori nelle tavolozze di questi due scrittori.
Ecco dunque il mio shogun, frutto proibito che immaginavo sepolto, quelle poche volte negli anni che si è affacciato alla mia coscienza, nelle teche senza fondo della Rai, come Nausicaa di Hayao Miyazaki. Ma mentre Miyazaki è riuscito ad emergere parzialmente grazie al suo crescente successo (no, non Nausicaa, l'anime mitologico sepolto ad infinitum chissà dove nelle teche e tra i papiri degli avvocati e delle norme sul diritto di replica), Shogun era tramontato, come era tramontata l'epoca pionieristica in cui lo sceneggiato tivù si era fatto miniserie e poi telefilm con un arco narrativo teso e costante. Ma di shogun, il mercato dell'aftermarket televisivo nostrano non ne voleva sapere niente.
Poi, un mattino di una decina di giorni fa, l'illuminazione. Due pensieri separati per quasi un lustro si sono improvvisamente incontrati tra le orbite della mia mente. Dvd e P2P. Cioè, me lo sono scaricato. 12 gigabyte di roba, per essere precisi. E fanculo al copyright, me lo sto guardando. Chi siete per dirmi chi devo essere, cosa posso e cosa non posso sapere? E soprattutto, chi siete per dirmi cosa posso guardare e cosa no?

Ma è stata Ellen Feiss ad aprire la strada sicuramente al pensiero che una campagna basata sull'umorismo potesse avere con sé il germe di un successo superiore a quella precedente. In pratica, Feiss era la ragazzina i cui compiti erano stati "mangiati dal Pc" anziché dal cane istituzionale, e il gergo adolescenziale nonché l'aria un po' sconvolta (con le successive valutazioni se fosse sotto gli effetti di Cannabis oppure di un antistaminico per le allergie, come ha successivamente affermato), è stata il punto di partenza del successo virale in rete. Adeguata ai tempi più che non le campagne mistico-emotive come 1984 e Think Different, deve aver aperto la mente dei creativi portandoli a ragionare su di un piano diverso: gag di trenta secondi, costruite intorno all'antica coppia della commedia, con il doppio sotto-testo implicito (i due che somigliano ai fondatori) ed esplicito (i giochi su temi e problemi del mondo "nerd" dell'informatica eletti a motore della storia dei singoli spot). I due attori scelti sono diventati più noti per queste pubblicità che non per il loro precedente lavoro, guadagnandosi interviste sui giornali e facendo crescere i siti dedicati oltre che le rispettive voci su Wikipedia.
Il successo non si ostacola, si favorisce. E' la prima cosa che mi viene in mente vedendo che è appena uscito il libro (tanto atteso, se non altro da questo Posto che la stima e l'ha anche intervistata, anni fa) di Carly Fiorina, l'ex numero uno di Hewlett-Packard, la donna che ha realizzato la più grande fusione della Silicon Valley (Hp-Compaq/Digital) e manager "tosta" che ha saputo rompere il soffitto di cristallo.