30.11.09

Back in business (as usual)

SCUSATE L'ASSENZA, ERO andato un attimo via a trovare un paio di amici che non vedevo da una vita. O una dozzina d'anni, che è una approssimazione paurosamente vicina.

Tra l'altro, da queste parti il flusso magico e wifi di internet si era interrotto perché Fasweb aveva deciso di non erogare più la sua medicina buona. A cavallo tra una domenica sera e un lunedì mattina si sono susseguiti vari scenari: i vicini hanno tagliato il mio cavo (ripicche condominiali), l'hag (che non è un tipo di caffè senza caffeina) non funzionava più, l'armadio del condominio, quello dove c'è il "catalyst", era guasto. (Catalyst è un'altra di quelle parole che ti lasciano a sognare per giorni, se ci pensi un attimo).

Credevo di perdere un amico, cioè il "vecchio hag" che ho in casa da otto anni. Invece, lo scatolo beige (la serie quella buona come adesso non li fanno più), non ha tradito neanche questa volta. E non era neanche l'armadio, anche se totalmente sottodimensionato sia come dotazione che come dimensioni. Invece, pare che nel groviglio di spaghetti di fibra ottica, qualcuno per errore abbia smosso il mio, con il risultato che il segnale non passava più fluido come prima. Adesso abbiamo ripreso semplicemente ribadendo lo spinotto nella sua sede.

Tra l'altro, il tecnico che è venuto da queste parti è stato molto simpatico e mi ha anche sconsigliato di spegnere l'hag quando esco per qualche giorno. Perché si spegne la lucetta nell'armadio in cantina, che serve il nostro condominio come altri tre o quattro della strada, e il prossimo tecnico potrebbe pensare che ho disdetto il contratto, staccare il cavetto e metterci sopra un altro. Ma pensa te. Neanche a Darwin sarebbe venuta in mente una bestia come quella digitale che deve vivere con un'ansia del genere...

29.11.09

I field-tweet

GARRY B. TRUDEAU con il suo Doonesbury della domenica.

26.11.09

Il salone più bello che c'è (a Milano)

RALLEGRATEVI, O VOI che state a Milano, perché sta per tornare il Salone del libro usato. L'unico salone milanese di cui valga davvero la pena. Si tiene nella vecchia fiera cittadina, padiglione 1, entrata di viale Scarampo angolo viale Teodorico. L'ingresso è gratuito, le bancarelle sono decine e decine, i libri che si trovano sono straordinari.




Le date: inizia sabato 5 dicembre, con apertura dalle 12 alle 19, e prosegue fino all'8 dicembre con apertura dalle 10 alle 19. Io ci vado!

25.11.09

Con TECH Tv

STASERA ALLE 22 torna un programma mitico di tecnologia trasmesso in chiaro sulla tv analogica e digitale: Con TECH Tv, che va su Oden Tv. In replica al sabato, alle 20 (che poi è una replica quasi in prime time!). A crearlo, girarlo e dirigerlo, l'amico Mark Perna. Uno che, per dire, gira ancora più di me...

Le 50 migliori invenzioni del 2009 per Time

LE HANNO SCELTE in maniera singolare, va detto. Soprattutto a volersele scorrere tutte e 50. Compresa l'idea che in seconda posizione ci sia l'allevamento in cattività del tonno pinna rossa. Però sono pur sempre le 50 migliori invenzioni del 2009, secondo Time.

In compenso, leggendo tra le varie trovate, ho scoperto che esiste un Atlante internazionale delle Nuvole e che quest'anno, per la prima volta da mezzo secolo, si è aggiunta una nuova "specie" di nuvole alla raccolta. La Undulatus asperatus. Bella bestia, peraltro...

24.11.09

La patente

SONO A FIRENZE perché devo fare un po' di fogli. Tra questi, la oramai mitologica carta di identità elettronica, che pare sia solo su appuntamento (e i prossimi sono a dicembre, porca miseria!) e il rinnovo della patente.

È la seconda volta che vado all'Aci di Firenze per rinnovare la patente. Lo so, costa uno stonfo soprattutto se non sei iscritto al club, e invece il rinnovo si può fare anche alla motorizzazione a costi molto più bassi. Ma la prima volta, dieci anni fa, sono andato là, e adesso mi pareva carino tornarci. Mi fa sentire parte di un "club".

Comunque, era per dire che si va alla cassa, si paga, poi ti mandano dal dottore, che è lì che macina tizi che vengono a fare l'esame della vista, e quando è il tuo turno sostanzialmente devi sentire che ti chiamano (capacità auditiva) entrare senza incespicare nel separé (capacità di coordinamento motorio), fornire i fogli al dottore magari salutando (capacità intellettiva) e poi finalmente leggere le letterine sul tabellone (capacità visiva).

Siccome non porto gli occhiali perché ci ho sempre visto molto bene, quella della misurazione della vista è la parte che quando faccio una visita medica aspetto con piacere; in questo caso, ancora di più. Se n'è accorto anche il dottore, al quale accarezzandomi la pelata ho subito ribadito che "la vista mi dà sempre una gran soddisfazione: di capelli non ce n'è più, ma almeno ci vedo come un falco". Lui si è fatto una gran risata, mi ha segnato "abile e arruolato" per i prossimi dieci anni e a farmi il test dei colori non ci ha nemmeno pensato.

(Mica ci sarebbe stato nessun problema: era per dire...)

A Beethoven symphony is now four songs...

OPINIONI NELLA RETE:

Money Quote: On iTunes, all music has become a "song." Verdi's Requiem Mass is downloadable as a bunch of songs. For an entire generation, a Beethoven symphony is now four songs. This is surely a crime against humanity of some sort.

Yélo, e poi seguirono tutti gli altri...

LA STORIA DEL sindaco che aveva capito tutto, quasi quarant'anni fa.

Money Quote: With all the hype about urban bike sharing and the Vélib/Velov/Bycyklen/Bicing/Bixi/etc/etc let's send a warm thought to the forgotten city that started it all, shall we? La Rochelle, on the French Atlantic coast had a legendary mayor back in the 1970's. Michel Crépeau. He was quite the urban planning revolutionary and the rest of France thought he was quite mad. At that time progress was built in concrete and asphalt.

Inspired by Copenhagen, he created pedestrian streets in the city centre and, in 1974, he started a bike share programme. Both Amsterdam and Copenhagen flirted with bike share programmes back in the 60's, but they didn't last. La Rochelle was the first city to make it stick.


(Chissà se alla Moratti di Crepeau gliel'hanno raccontato a San Patrignano)

23.11.09

"Se pensate che questo sia un mondo di merda, è perché non avete visto gli altri"

PARE CHE SIA il titolo di una conferenza di Philip K. Dick. Peccato Radio Radicale all'epoca non l'avesse registrata. O se l'ha fatto non l'hanno taggata in maniera appropriata...

Ambiente ed email incriminate

PARE CHE SIANO saltate fuori alcune centinaia di email che mettono in difficoltà alcuni dei lavori più autorevoli e lo spirito stesso dei ricercatori impegnati sul fronte del cambiamento climatico globale. I presunti hacker hanno "colpito" proprio a ridosso del summit organizzato per il prossimo mese in Danimarca.

Adesso che il tema del clima sbarcava anche su 30 Rock con le giornate dell'ambiente della NBC, arriva il colpo basso.

22.11.09

21.11.09

Il ventilatore senza le pale

DI SOLITO, QUANDO una cosa funziona non ha molto senso cambiarla. A meno di non volerla migliorare radicalmente. Per questo, il concetto di ventilatore elettrico a pale è rimasto praticamente identico per decenni. Fino a che non è spuntato James Dyson.

Lui è un americano (anzi, meglio: è inglese!) di quelli della migliore tradizione degli innovatori e inventori ottocenteschi; si è messo sotto e ha trovato un altro modo per fare vento, senza parti mobili esterne, con grande efficienza e sicurezza.

Nel suo apparecchio l'aria viene acchiappata attraverso delle griglie nel basamento, compressa con un meccanismo interno simile a quello di una turbina nel cilindro, e fatta uscire attraverso un lungo e sottile apertura che corre tutto attorno al cerchio rotante. La velocità può essere regolata con un cursore (quindi, infinite posizioni) e l'effetto di raffreddamento e potenziato dal fatto che l'aria in movimento ne tira con sé molta altra per covenzione.

Il nuovo ventilatore costa parecchio, circa 350 dollari, e ancora non si vende online ma solo in un paio di città americane. James Dyson l'ha ribattezzato "Air Multiplier".

20.11.09

Quella spiaggia buia a Rio

IERI STAVO FINENDO di scrivere il trecentesimo pezzo della giornata, su Call of Duty - Modern Warfare, che è un piccolo capolavoro dei record. E mi tornavano alla mente due livelli tra i primi: quello ambientato nell'aeroporto russo - che è un vero choc - e quello ambientato nella favela di Rio de Janeiro.

L'immagine del 747 che passa basso sopra le case, il sapore delle strade, la dinamica di gioco. Un brivido. Poi ho ripensato alla sequenza in cui il Cristo Redentor viene distrutto dal terremoto nel film 2012. Un altro brivido. Infine, oggi ho visto questa foto, con il blackout dell'altro giorno proprio a Rio ripreso dalla spiaggia di Copacabana, e un terzo brivido si è fatto una passeggiata lungo la mia spina dorsale.

Bisogna proprio che in Brasile ci torni...

19.11.09

Backstage volante

NEL PEZZO USCITO oggi su Nova24, dedicato all'aeroporto di Châteauroux e al suo business oscuro, aeroporto sito in Francia dove si riciclano gli aerei soprattutto Boeing, c'è stato un problema. Non si riusciva a trovare la foto per illustrare il pezzo. Non che io non ne avessi scattate un po', quando sono andato a vedere il posto. Ma il fatto è che serviva proprio un vero fotografo (e io non lo sono). E le immagini prese dai fotografi dell'amministrazione di Afra, il consorzio di cui ho raccontato la storia e che hanno scattato qualche immagine, non era adatte.

Cerca che ti cerca, abbiamo trovato questa, pubblicata su Nova24. Uno spettacolo. Il 747-300 nell'immagine pesa circa 250 tonnellate, a vuoto, ma pare leggero leggero, quasi dondolasse al vento come un guscio d'uovo. Che meraviglia...

viral

TOSHIBA LANCIA UN video virale per fare pubblicità a dei prodotti. È un virale, è pubblicità. Ok. Però il video è una roba incredibile. Suggerimento: mettetevelo a tutto schermo, in HD.



(via Attivissimo)

18.11.09

La nuova interpretazione

DELLA STORIA DI Antonino Pagliaro, insigne linguista, maestro di Tullio de Mauro e fascistissimo professore universitario, mi colpisce un'appendice che non riesco a spiegarmi. Qualcuno ha idea di che diavolo stiamo parlando?

Money Quote: Negli anni '60 la Rai trasse un sorprendente sceneggiato per la televisione da un suo testo che dava una nuova interpretazione della vicenda di Alessandro Magno.

Sempre nell'area semantica, c'è poi il fratello maggiore di Tullio de Mauro, il giornalista Mauro ucciso da ignoti nel 1970 in Sicilia mentre indagava sugli ultimi momenti di vita di Enrico Mattei per conto del regista Francesco Rosi. Sapevo che era stato fascista durante la guerra pure lui, ma la biografia mi sembra un po' "caricata" (e senza riferimenti a fonti per quanto riguarda Priebke, Kappler e la Banda Koch.

Money Quote: Milita nella Xª Flottiglia MAS del principe Junio Valerio Borghese e, dopo l'8 settembre 1943, aderisce alla Repubblica di Salò. Nel 1943-44, nella Roma occupata dai nazifascisti, è vice questore di Pubblica Sicurezza sotto il questore Caruso, informatore del capitano delle SS Erich Priebke e del colonnello Herbert Kappler e fa parte della famigerata Banda Koch, un reparto speciale del Ministero degli interni della Repubblica Sociale Italiana[senza fonte]. Alla fine della guerra è sul fronte di Trieste, di nuovo con Borghese, come corrispondente di guerra della Decima, con il grado di sottotenente.

2012 (2009)

AVETE PRESENTE IL mitico Independence Day, sempre di Roland Emmerich? Ecco, 2012 è lo stesso film, più lungo, con più effetti speciali ma senza gli alieni.

L'ho visto e l'esperienza mi ha mentalmente provato...

PS: però dimenticavo, il ruolo e la figura del Presidente del Consiglio italiano, che vengono fuori tardi ma con prepotenza, valgono da soli il prezzo del biglietto. Quattro grasse risate in compagnia si fanno sempre volentieri e sono una mano santa per la salute!

17.11.09

Dini's syndrome

STAVO RILEGGENDO LA storia di Vladimir Nabokov, che è un personaggio alquanto particolare, perché adesso c'è la vicenda del figlio che pubblica l'ultimo romanzo inedito e incompleto, rimasto sepolto dentro una cassetta di sicurezza per una vita. E mi ha colpito ritrovare l'idea che Nabokov (ma anche la moglie e, in misura minore il figlio) fosse affetto da sinestesia (se avessi la pazienza di cercare, ne ho già scritto in questo Posto qualche anno fa, mi pare di ricordare).

L'idea della sinestesia mi accende una lampadina, anche perché io invece sono daltonico, e i mutamenti della percezione dettati da motivi genetici li trovo affascinanti e, a voler discutere di determinismo e libero arbitrio, addirittura travolgenti. Se poi aggiungiamo che l'attuale società tende a categorizzare qualsiasi condotta o moto dell'animo (ti piace il purè di patate? Soffri di una rara forma ansiogena caratteristica dei manager del marketing virale 2.0 o dei pescatori di perle di fiume in acque infestate dai piranha) i possibili sbocchi sono un visibilio.

Allora, stamani al telefono scherzando ma non troppo con una mia amica, mi è venuto in mente che, insieme a frequenti vuoti di memoria (che peraltro sono i benvenuti nella vita, se uno privilegia un approccio sempre fresco anche ai problemi quotidiani), potrei essere affetto dalla Dini's syndrome, che è una sorta di daltonismo (blindness) molto particolare. Anziché ai colori, è l'incapacità di vedere i nessi causali che tengono in relazione cause ed effetti delle cose e delle situazioni. In pratica, una vera e propria Causality blindness o "daltonismo delle relazioni di causalità".

Ecco, in italiano, intanto che sono vivente mi piacerebbe venisse chiamata anche dalla letteratura scientifica "la sindrome del Dini". Poi, me defunto, possono fare quello che gli pare, comunque privilegiando la dizione più corretta ma cacofonica "la sindrome di Dini" anziché la per me grammaticalmente meno corretta "la sindrome Dini".

Più avanti spiegherò più nel dettaglio in cosa consiste questa sindrome affatto particolare, ammesso che me ne ricordi e che ci riesca, ovviamente.

Ps: sapendo quanto piacciono ad alcuni dei lettori di questo Posto alcune tag particolari che metto in fondo ai post, avevo pensato di introdurre la categoria delle "pippe abissali" o "pippe bestiali" o "pippe al cubo" o, più semplicemente, "pippe" e basta. Poi però finisce che userei sempre la tag, vanificandone il senso oltre che il significato. Quindi soprassiedo, si sappia però "pippa al cubo" poteva essere un valido titolo alternativo di questo post.

16.11.09

La rivista volante

UN AMICO ED ex compagno della scuola di giornalismo è l'autore della rivista bimestrale qui sotto. È gratuita ma non la trovate in edicola: solo a 10mila metri di quota, sugli aerei Livingston.

15.11.09

Top Ten al quadrato

DUE ANNI FA circa Lev Grossman sul Time raccontava della lista dei libri preferiti dai grandi scrittori contemporanei. In pratica, un libro sulle top ten che avevano l'ambizione di arrivare a indicare i più grandi libri di tutti i tempi. Una serie di 125 autori, tra i quali Franzen, Mailer, Wallace, Wolfe, Chabon, Lethem e King, raccolti un un libro di J. Peder Zane's The Top 10. Una cosa, insomma, che neanche Nick Hornby.

Beh, per farla breve, facendo la media delle top ten dei singoli scrittori, si tira fuori questa top ten definitiva, che non traduco neanche dall'inglese. O è l'invidia, o è la formazione degli scrittori di lingua inglese (che hanno dato le loro liste) oppure siamo definitivamente bloccato a una visione ottocentesca della letteratura...

Anna Karenina by Leo Tolstoy
Madame Bovary by Gustave Flaubert
War and Peace by Leo Tolstoy
Lolita by Vladimir Nabokov
The Adventures of Huckleberry Finn by Mark Twain
Hamlet by William Shakespeare
The Great Gatsby F. Scott Fitzgerald
In Search of Lost Time by Marcel Proust
The Stories of Anton Chekhov by Anton Chekhov
Middlemarch by George Eliot

Moral capital?

GARRY B. TRUDEAU con Doonesbury, nel suo appuntamento fisso della domenica.

14.11.09

Portfolio -- Hostess

HO DECISO DI far venire fuori qualcuno degli scatti che si sono accumulati in questi anni nel mio rullino fotografico digitale. Questo è uno, preso all'aeroporto di CdG qualche tempo fa.

Un posto in paradiso

IN QUALCHE MISURA posso dire che è uno dei miei figliocci, che l'ho visto nascere. Questo è il primo dei nuovi 747-8 di Boeing a mettere letteralmente il naso fuori dall'hangar-culla di Everett, nello stato di Washington. Si sta incamminando verso il primo volo, che avverrà nelle prossime ore. Il 747-8 è il più moderno dei velivoli della linea 747, quarantenne come me, fortemente a rischio di essere travolta e schiacciata dal ritardo epocale del più snello e costoso 787, il Dreamliner. Qui altre foto.

13.11.09

Being Tyler Brûlé

QUANDO UNO HA un cognome che sembra un piatto valdostano, e ha fondato riviste imperialmente fighette, la parodia è l'ultimo sigillo sopra il suo avello. Il sigillo è stato posto, ed è irresistibile.

Money Quote: As much as we love the screeching sound of the tires touching down at Haneda, as equally hard it is to feel them lift off again. You simply cannot get enough of Nippon.

To try to make up for the lack of izakayas, ubiquitous Maglev transportation, and the whispering of “irasshaimase” everywhere, we have made a short guide to the three best places to get your Japan fix – outside of the Land of the Rising Sun itself.


12.11.09

The Sentinel (1977)

UN ALTRO DI quei film indimenticabili (dopo che uno li ha visti infatti non li dimentica più) e che andrebbero recuperati e proiettati nelle scuole.



Frutto di un intenso gioco di squadra, The Sentinel è un filmone degli anni Settanta, costruito come un abito di latex su misura attorno alle forme angelicate di Cristina Raines, nata nelle Filippine ma attrice americana al 100%. Se anziché nel 1952 fosse venuta al mondo venticinque o trenta anni dopo, avrebbe avuto un ruolo da protagonista in qualche American Pie o Legally Blonde (Beh, in questo secondo caso non avrebbe avuto il ruolo della protagonista, ma ci siamo capiti).

Il punto "vincente" del film è la scelta della produzione di utilizzare attori sfigurati e veri e propri fenomeni da baraccone (gitani deformi di circo) per le scene particolari degli incubi. Demoni senza bisogno di trucco o di effetti speciali. All'epoca suscitò polemiche, oggi dovrebbe farci riflettere su quello che vediamo ed evochiamo. Potremmo cercare di conversare con le nostre mitologie, anziché esserne bambini-schiavi-e-sottomessi...



Nonostante il cast da competizione (dentro ci passa davvero di tutto: John Carradine, José Ferrer, Ava Gardner, Arthur Kennedy, Burgess Meredith, Sylvia Miles, Deborah Raffin, Eli Wallach, Christopher Walken, Beverly D'Angelo, fino a Jeff Goldblum) il film sembra recitato da tossici che si sono appena fatti per partecipare alla recita di Natale della scuola media con più spensieratezza. Singolare. Comunque, una tappa importante della cinematografia minore, difficile da reperire e quindi ancor più fortemente candidato al ruolo di cult-trash.

(Comunque, come dicono qui a Milano, la Raines è tanta roba, date retta a me)

City of Quartz

AD APRILE DEL 2010 saranno passati esattamente venti anni da quanto venne pubblicato City of Quartz di Mark Davies. Allora si trattava del materiale che aveva raccolto per la sua tesi di dottorato (e che venne respinto), oggi è considerato un classico della sociologia urbana e non solo. Sono passati praticamente venti anni, poco meno di quelli che abbiamo appena contato dalla caduta del muro di Berlino. La frattura non potrebbe essere più abissale.

Io trovo il libro di Davis di una bellezza e di una attualità straordinarie. Ruvido da leggere ma ottimamente documentato (le note sono costruite in un'epoca in cui non c'era ancora Google e quindi sono ricche, non sovrabbondanti), felice nelle argomentazioni e nello svolgersi. Attuale in una maniera tremenda, soprattutto se si pensa alla limitatezza delle nostre riflessioni di allora e di quelle che vengono ancor oggi fatte. Sembra il tempo non sia mai passato per poter crescere e acquistare consapevolezza. La drammatica certezza è che Internet non riuscirà a cambiare il nostro mondo di isole: il testimone cadrà ancora una volta nella polvere.

Money Quote: Why study Los Angeles anyway? Over the course of the book, Davis gives the reader enough reasons to make it seem the most important city in the world to understand:
1. L.A. and Suburbs constitute a continuous built-up surface area greater than the Island of Ireland.
2. It is the most important city in the United States; Since WWII, no President has been elected without L.A.
3. It is home to Hollywood. Davis argues that one cannot understand L.A. and Hollywood without each other. What goes on in L.A. becomes the normative urban vision for Hollywood, and thence for the (Mc)World.
4. It is the world's first truly Postmodern city. Davis is not talking culture here, but is describing an enormous city built around a world view. It has no focal point: depending on how you count it, L.A. has forty distict downtowns
5. It is a city with no solid vision of itself. No one can even say what L.A. is, much less what the quintessence of L.A. is.
6. It is a city built around me, myself and I. As American culture increasingly moves in this direction, L.A.'s outrageous problems will hit smaller cities.
7. In light of the preceding three items, the incredible ethnic diversity and ethnic tensions in L.A. are more representative of the future than anything in New York or London.


Da noi è stato ben tradotto nel 2008, al costo un po' sostenuto di 32 euro per 413 pagine dalle edizioni Manifestolibri.

11.11.09

Non c'è più molto tempo per andare...

UNA MOSTRA FOTOGRAFICA che vale la pena.

site specific_MILANO 09

dal 27 ottobre al 15 novembre 2009

Triennale di Milano

Viale Alemagna 6, Milano

Orario: da martedì a domenica ore 10.30-20.30; giovedì ore 10.30-23.00

Ingresso gratuito



(cliccate perché la foto è bella grossa)

Vanishing point

TARANTINO E RODRIGUEZ amano citare i film d'exploitation, pellicole che hanno al centro sesso e violenza per ottenere "una estetizzazione più forte". All'interno di Grindhouse, nell'episodio di Tarantino, viene citato un film spettacolare degli anni Settanta, Vanishing Point (1971), cioè l'equivalente del nostro punto di fuga a tradurla per il suo significato: il senso della prospettiva.

La prospettiva io me la porto dentro fin da bambino, con gli studi di mia madre, mentre il film - che parla di auto e non certo di pittori - è arrivato parecchio dopo ma mi è ben piaciuto lo stesso. Anche perché driveaway Kowalski è un bel nome da immigrato polacco che è diventato mitologico nella storia del cinema: ricorre di film in film sino al pinguino luogotenente di Skipper in Madagascar.

Money Quote: And there goes the Challenger, being chased by the blue, blue meanies on wheels. The vicious traffic squad cars are after our lone driver, the last American hero, the electric centaur, the, the demi-god, the super driver of the golden west! Two nasty Nazi cars are close behind the beautiful lone driver. The police numbers are gettin' closer, closer, closer to our soul hero, in his soul mobile, yeah baby! They about to strike. They gonna get him. Smash him. Rape... the last beautiful free soul on this planet.

Opla! Ta-taa

TORNATO! ERO ANDATO un attimo a Parigi, una cosa rapida. Bella giornata, peraltro; come scrivevo a una mia amica, la serata era fresca ma non fredda: una coltre di nuvole abbatuffolate e spugnose impediva il vento e teneva la temperatura sotto controllo. Il colore dominante al tramonto era l'ocra che si rifletteva sui cristalli delle macchine incolonnate. I parigini, distratti come al solito.

Cosa c'era? La festa dei cinque anni di Firefox, il browser di Mozilla. Quello che viene usato per guardare una pagina ogni 4 del web. Festa di popolo e di base, con 700 volontari francesi e da tutta Europa convenuti per congratularsi dei successi e fare community: festeggiare, insomma.

La festa lunedì, con partenza da Linate alle 18.20 subito dopo la trasmissione a Radio 24. Poi cose varie e interviste da fare a Parigi e sono tornato ieri sera sempre a Linate e sempre con Air France.

Dunque, abbiamo archiviato un altro carpiato all'indietro con doppio avvitamento. Tutto sommato, uno facile. Stamattina, partenza dai blocchi al fulmicotone, tipo dragster: fumatona di pneumatici, motore imballato, marcia sparata dentro, alzata di botto la frizione e via, per un nuova carpiato.

Perché, ricordate sempre, il carpiato più bello è quello che devi ancora fare.

8.11.09

7.11.09

L'ultimo esotismo

VOGLIO ANDARE A visitare Saint-Pierre-et-Miquelon (magari non in inverno). Voi ci siete mai stati?

Cose che si fanno in settimana

IERI SONO STATO all'Istituto dei Ciechi di Milano, in via Vivaio: una struttura storica molto bella. L'opportunità era il regalo che mi ha fatto una mia amica, Francesca, di visitare la mostra Dialogo nel buio.

Il punto è che chiamarla mostra non è esatto. È invece una esperienza completa, che può toccare corde e sensibilità differenti a seconda di come la si avvicina e la si vive. L'idea è qualcosa di cui tutti abbiamo già sentito parlare, ma che in realtà dovrebbe far parte del bagaglio di formazione di chiunque: si entra in una serie di ambienti immersi nell'oscurità completa accompagnati da una guida non vedente, e, nella totale mancanza di luce, si sperimenta un modo differente di percepire basato sul tatto, sull'udito, sull'olfatto e sul gusto.

Dicevo che può toccare corde e sensibilità differenti a seconda di come la si avvicina: è infatti anche un viaggio dentro al viaggiatore che entra nel buio. Si cercano e si capiscono alcune paure, oppure sono loro a cercare noi (dato che le paure ci capiscono sempre benissimo). Cos'è che ti spaventa di più, sulla soglia di una stanza completamente buia: il senso di oppressione e di claustrofobia che viene da dentro, istintivo, o il senso di ansia e di angoscia che provi per un attimo a pensare che quella stanza è come da sempre alcuni di noi vivono la loro vita?

Si gira in piccolo gruppo con la guida non vedente (nel mio caso, Pietro) che diventa il tuo supereroe personale, dal quale dipendi moltissimo, così come ti senti legato dalla presenza e dalla vicinanza degli altri esseri umani. Quelli stessi esseri umani che probabilmente sul tram o in una visita ad un museo cercheresti con garbo di evitare. Si fa un percorso lungo, interessante, che non svelo per non togliervi il piacere. Dura un'ora, e la vale tutta.

Alla fine, seduti nel Cafénoir, ovviamente al buio totale, una dei compagni di esplorazione commentata che "è stato bellissimo". Uscendo a riveder la luce, dopo aver visitato anche pezzetti di quello che ho dentro e provato a capire pezzetti di quello che c'è intorno a me, non potevo che essere d'accordo.

6.11.09

L'uomo che scrisse Think Different

L'INTERVISTA COMPLETA A Ken Segall, il creativo che ha lavorato quindici anni per Apple, aiutandola a definire qualcosa di più delle sue pubblicità. Qui.

Money Quote: “I’ve put in 14 years working with Steve Jobs on both Apple and NeXT,” says Segall. “I’m the author of the Think Different campaign and the guy who came up with the whole “i” thing, starting with iMac.”

5.11.09

Bye bye, caro Diario

CON IL NUMERO DI dicembre, che sarà in edicola tra un mese e un giorno, Diario chiude. Il mensile fondato da Enrico Deaglio, diretto da Massimo Rebotti, veniva pubblicato dalla famiglia Formenton. Era nelle edicole dal 23 ottobre 1996 (qui la storia, qui il sito).

Di tutti i giornali per i quali ho scritto, Diario è stato per molti motivi il più bello: l'amicizia con Massimo, la stima per la redazione, l'incredibile lavoro giornalistico fatto negli anni grazie a Enrico Deaglio, la formula grafica per un certo tempo geniale. Mi mancherà leggerlo.

L'annuncio ufficiale potrete leggerlo da domani, nel numero in edicola per tutto novembre.

Crash! Sbam! Boom!

STAMATTINA SARANNO STATE le otto meno un quarto una signora è uscita senza guardare dal cancello di casa, il civico 32 di via Bramante qui a Milano, e boom!, il sopraggiungente tram 12 l'ha presa in pieno e schiacciata contro il muro. Lei è in ospedale, spero non grave, il resto è un casino: tram bloccati, pompieri che sfasciano l'auto per disincagliare il mezzo, vecchietti che guardano da tutte le parti, vigili urbani che mentre scatti le foto vengono a chiederti chi sei ("un parente?" "no, un giornalista", "ah, allora va bene, faccia pure": ma per piacere!)...

3.11.09

Hank Moody is back again

CI SONO CERTE cose che hanno il potere di rilassarti e gratificarti. Ad esempio, una giornata di sole dopo tre di pioggia. Oppure, dopo un giro lungo una settimana attraverso il Centro Italia, tornare e trovare che è ripartita la tua serie televisiva preferita: Californication. Terza stagione, come - se non meglio - delle precedenti.

Californication01

Il protagonista è David Duchovny, che sta vivendo una seconda vita professionale dopo la parentesi dei telefilm soft-core (beh, anche qui non scherza, ma almeno c'è un senso). In Italia è stata ampiamente promossa un annetto fa, pure con le pubblicità sui tram a Roma e Milano, cercando di fare il gioco dei canali satellitari e a pagamento (negli Usa, visti i contenuti, può andare solo sulla tivù via cavo, vale a dire Showtime in questo caso). Non so però con quale successo.

Californication02 

Il prodotto è quasi adolescenziale nella sua costruzione e ha caratteristiche plausibili solo grazie al realismo spinto della produzione: sembra di sentire l'odore dell'oceano che si alza dalla passeggiata di Venice Beach e il vento che ti morde sulla Porsche da crisi di mezza età di Duchovny. Per ventitré minuti ogni settimana è possibile perdersi in questa "città delle donne" all'americana, dove a 49 anni lo scrittore aggressivo e trasgressivo Hank Moody ha tutte, dai 23 ai 60, che gli si buttano ai piedi (o da quelle parti, insomma). E dove la sua ex è anche la sua migliore amica, insieme a sua figlia

Californication03

Amo la fantascienza e i romanzi per un pubblico juveniles. In questo caso Californication è letteratura consolatoria all'ennesima potenza. Proprio quello di cui c'è sempre bisogno, soprattutto di questi tempi.

1.11.09

Does 1500 work for you, Ma'am?

SIAMO ARRIVATI AL momento settimanale di Doonesbury, di Garry B. Trudeau, come ogni domenica

L'anno del carpiato che viene condensato in una sola settimana

HO UN PO' di immagini nella retina che ho accumulate in questi giorni. Sono stato a Lucca Comics & Games, dove avevo un bel dibattito da moderare lo scorso giovedì sul futuro digitale dei fumetti nell'ambito dei Comics Talks. E poi a Lugo di Romagna, per un altro incontro-workshop di lancio di LugoNextLab, incubatore-acceleratore d'impresa partecipato dalla fondazione delle banche locali e dagli enti locali. Meraviglioso il modello inclusivo, in cui ci si trova tutti insieme: il sindaco comunista (ops, diellino), il comandante della locale stazione dei carabinieri, gli imprenditori e i rappresentanti delle cooperative, il vescovo, infine, che benedice il tutto. Guareschi non tramonta mai.

Lugo è la patria di Francesco Baracca, pioniere dell'aviazione e asso della Prima guerra mondiale. Una figura che andrebbe rivalutata, se non altro in funzione di stemperamento del facistissimo Italo Balbo, poiché fascista Baracca non poté mai essere, in quanto morto nel giugno del 1918, durante la Battaglia del solstizio e quindi prima della fondazione dei Fasci italiani di combattimento nel '19.

La logistica di questi giorni è stata interessante; ve la racconto. Sono calato a Firenze la sera di mercoledì 28 con il Frecciarossa serale che arriva nel tardo dopocena. Casa, riposo e la mattina presto di giovedì 29 sono andato in Comune a rifarmi la carta d'identità. A Palazzo Vecchio, perché da tempo come sapete vorrei mettere le mani sopra quella in formato elettronico. Esiste ovviamente una sola macchina per stamparle, quindi un'unica coda, un'unico tempo biblico di attesa. Ho scoperto di dover fare la denuncia di smarrimento della precedente (non si può autocertificare), e una volta tornata con il foglio mancante ho poi scoperto che la macchinetta si era nel frattempo guastata. Scorato, sono andato a Santa Maria Novella per prendere il treno per Lucca. Un fetido regionale da pendolari con cadenza minimale, che ferma ovunque, anche a casa dei parenti del capotreno, e in compenso puzza.

Lucca è stata una piacevole e bella esperienza, e se ne riparlerà separatamente. Qui valga soprattutto dire che il dibattito è andato più che bene e che Walt Disney ha annunciato l'applicazione per iPhone (e altre piattaforme) che consentirà di comprare le storie di paperi e di topi in formato elettronico a pochi centesimi di euro. E poi qualche rapida considerazione sul fatto che a Lucca si danno appuntamento non solo gli appassionati di fumetti, ma anche quelli di giochi di vario genere, e di quello strano fenomeno che è il cosplay, cioè il costume roleplay. Una forma di travestitismo teatrale o carnevalesco che si svolge fuori da spazi predefiniti. Lucca, che ospita da 43 anni la fiera (nacque a Bordighera e poi "migrò" nella cittadina che venne amministrata dal cospiratore romano Bruto), ha da non molto tempo istituzionalizzato il cosplay, accogliendolo dentro le mura in forma ufficiale. Gothic, medievali, fantasy, manga: c'è di tutto. E c'è anche chi racconta di duelli notturni sulle mura, con il chiar di luna che fa scintillare le lame...

Torniamo alla mia logistica. Venerdì dopopranzo, treno per Firenze (fetente, lumaca e pure in ritardo di 35 minuti all'arrivo, come all'andata nella classica versione toscana con carrozze a due piani e a piano ribassato, che in Lombardia sono state quasi completamente radiate e sostituite con i convogli Vivaldi) e nuovo treno per Faenza, da dove mi sono venuti a prendere per andare nella vicina Lugo.

Questa della Faentina era la chicca nella logistica della settimana che preparavo e che avevo studiato fin da principio. Per andare da Firenze in Romagna ci sono due strade: o si va a Bologna, si cambia e si scende giù, oppure si taglia l'Appennino lungo la via Faentina che, appunto, conduce a Faenza. Qui, da alcuni anni, è di nuovo operativa la linea ferroviaria che sul versante Toscano fa parte delle direttrici per i pendolari, mentre su quello emiliano-romagnolo è sfruttata meno intensamente.

Dentro Santa Maria Novella la collocazione del treno è al binario 18: ricordavo che la stazione principale di Firenze in realtà ne ha 16 e ho scoperto che si tratta di quella coppia nuova realizzata in tempi recenti lungo il fianco destro, all'altezza della Fortezza da Basso (da dove si può anche salire). Le cose cambiano in dieci anni, anche repentinamente e più di recente (la tranvia è quasi pronta a partire e il Duomo è stato chiuso, in modo tale che gli autobus del centro non possano più andare dalla metà est alla metà ovest di Firenze. Com'è intelligente e "strategico": viva il sindaco!). Sul passaggio che dà l'accesso ai treni ci sono un po' di biciclette legate e ce consentono di intuire come nell'area fiorentina forse qualche pendolare ci pensa seriamente a sperimentare forme di mobilità alternativa. Ricordo per chi viaggia in treno che ci sono abbondanti spiegazioni su come muoversi con la bici (qui in pdf).

Passato il nodo di Santa Maria Novella, in realtà la ferrovia che curavo da tempo (e che arriva sino a Ravenna) è assai antica. Venne inaugurata nel 1893, ampliata fino al 1913 e faceva da collegamento tra i due versanti appenninici: idealmente arriva a unire Livorno con Ravenna. Ai 101 chilometri della tratta principale si aggiunse poi l'anello di 32 chilometri che univa Borgo San Lorenzo (quindi il cuore del Mugello) a Pontassieve e da qui di nuovo a Firenze.

Un mare di informazioni, compreso i nomi di molte antiche stazioni della tratta e delle opere, fatte poi saltare dai tedeschi durante l'occupazione e la ritirata, e gli itinerari turistici da fare a piedi o in bicicletta partendo dalle singole stazioni, si trova qui. Ancora non lavoravo alla cronaca di Firenze quando partì l'idea di far rivivere la linea, che venne poi inaugurata il 14 gennaio 1999, pochi mesi prima che andassi a vivere a Milano.

I treni con cui si traversa l'Appennino tosco-emiliano sono di due tipi: i "vecchi" ALn 668, diesel 14mila di cilindrata, oppure i "nuovi" (e davvero interessanti e comodi, se ben tenuti) Minuetto anch'essi in versione diesel con motore Iveco da 20mila di cilindrata, common rail ed Euro 3.

Il viaggio non è ancora terminato. Lunedì, cioè domani, ho la trasmissione a Radio24 e quindi devo essere negli studi per l'ora di pranzo. Voglio però riprovarci a prendere questa benedetta carta d'identità: un salto a Palazzo Vecchio alle otto ce lo faccio. Di tempo dovrebbe essercene, visto che la Frecciarossa tutto sommato in due ore e 10 ti teletrasporta a Milano. E se avessero davvero riparato la malefica macchinetta... Poi vi faccio sapere com'è andata.

Money Quote [pdf]: La seconda guerra mondiale colpì duramente la Faentina, con danni ingentissimi agli impianti, tanto che la ricostruzione fu completata solo il 13 ottobre 1957, con esclusione della tratta San Piero a Sieve – Firenze: il collegamento del capoluogo toscano avveniva così solo per la via di Pontassieve. La linea diretta rivedrà finalmente il treno, per la tenace volontà degli abitanti del Mugello, solo il 9 gennaio 1999!